Il disturbo della depressione colpisce nel mondo 121 milioni di persone, con un'influenza negativa sul lavoro e sulle relazioni e con un costo sociale importante.
Ogni anno sono 850.000 le morti causate a vario titolo da questa terribile patologia dell'umore.
La materia è vasta e piena di sfumature. In questa puntata, ne iniziamo a parlare con il Prof. Alessandro Meluzzi, psichiatra, concentrandoci in particolare sulla depressione legata a una delusione amorosa, in particolare all'abbandono del partner.
Come conclusione, il Prof. Meluzzi segnala tre spunti di riflessione, per non cadere in depressione di fronte a un problema di abbandono:
1) coltivare e favorire una difesa e una struttura psicologica, la cosiddetta "resilienza", dal latino, che significa "recuperare la forma di prima".
E' una caratteristica per esempio, dell'acciaio che sottoposto a una torsione poi recupera la dimensione di prima. La resilienza non è solo una funzione della resistenza, ma è anche una funzione della capacità di fare una buona manutenzione delle proprie emozioni, di quella capacità fondata sullo sviluppo di una buona reazione di attaccamento.
Sulla salute dei legami di attaccamento si sviluppa tutta la base della salute psichica.
Il consiglio è quindi quello di una sana capacità di sviluppare delle relazioni con gli altri, basate su un attaccamento sicuro e su un attaccamento che ha una buona manutenzione delle funzioni emotive.
2) Sviluppare delle relazioni ampie, tante, abbondanti. Una persona sola è più vulnerabile rispetto a chi ha un legame comunitario più allargato. Quindi, è una salute che non dipende solo dalla salute delle persone, ma anche dalla salute delle comunità, dei luoghi, dei gruppi. E questo ha a che vedere con quella interfaccia tra salute individuale e salute comunitaria che è fondamentale per la vita.
Coltivare i rapporti con gli altri. Cercare di rigenerarsi.
3) Avere una vita attiva e creativa, perché usciamo dallo stress di inibizione dell'azione, che la depressione rimarca, attraverso due grandi vie: l'azione e l'immaginazione.
L'azione che ci fa fare le cose, e l'immaginazione che ci fa creare e pensare. Attraverso questa doppia ricerca noi ricostruiamo un mondo degno di essere vissuto e questa libertà creatrice dell'uomo è una caratteristica per eccellenza della vita dell'uomo, per cui noi rimpariamo ad essere felici dopo aver sperimentato anche il dolore, la perdita e la separazione. |