27 Luglio 2015
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(Caricato i video, seguirà commento...)
"Aperitivo solidale" con i migranti
ma il Comune non si presenta
Arrivano in 200 all'iniziativa
per avvicinarli alla comunità
Un "Aperitivo Multietnico" per far incontrare i cittadini e i profughi ospitati al Luzzatto. C’erano oltre 200 persone, tra cui alcuni consiglieri di centrosinistra e l'ex sindaco Antonio Bertoncello, all'iniziativa di ieri pomeriggio organizzata dai migranti assieme alla cooperativa Solaris e al Comitato di coordinamento delle associazioni di volontariato.
Assenti, invece, i rappresentanti dell'Amministrazione comunale.
La festa, che si è svolta nei rione di Santa Rita, ha avuto inizio con le parole di alcuni ragazzi che hanno ringraziato i portogruaresi e tutti i volontari per l'ospitalità.
«Grazie per la vostra accoglienza. Ci avete accettati come dei figli - ha detto un giovane del Mali -. Non possiamo che esprimere la nostra gioia. Solo Dio saprà ripagare quello che state facendo». «Il modo in cui siamo stati accolti ci ha fatto capire che il mondo è uno solo. Grazie alla vicinanza del popolo di Portogruaro - ha aggiunto un rappresentante dei nigeriani - abbiamo ritrovato la speranza di una vita migliore».
«Chi fa volontariato - ha commentato Silvia Steccanella di "Portogruaro Solidale" - sa che aiutare gli altri è un gesto egoistico, che dà un benessere tale da diventare una droga. Noi diciamo grazie a questi ragazzi, che danno a noi più di quanto riusciamo dare loro».
L'aperitivo, accompagnato dai balli e dai canti africani, è stato offerto da alcuni esercenti e da privati cittadini.
A rappresentare la comunità ortodossa rumena c'era anche Padre Igor.
«La paura che molte persone hanno in questo momento va compresa - ha aggiunto la volontaria Lucia Steccanella, candidata alle recenti elezioni amministrative per la lista rossoverde "La città futura" -, ma va affrontata con la conoscenza e con l'informazione».
In chiusura è intervenuto anche Roberto Soncin, coordinatore dell'Associazione Migranti del Veneto Orientale, che ha raccontato il difficile viaggio di un ragazzo del Senegal, rimasto schiacciato per una giornata intera sotto un'altra persona. «Grazie alle cure della Croce Rossa - ha detto - oggi questo giovane può festeggiare con noi. Come Comitato di volontari abbiamo deciso di non utilizzare più la parola "profughi" nei nostri interventi. Per noi sono semplicemente i ragazzi della palestra». T.Inf.
(Fonte: Gazzettino di Venezia)
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