11 Luglio 2017
Città di Portogruaro
NOTA In questo momento il drammatico tema dei Migranti, Profughi, Richiedenti asilo, o come altro vogliamo chiamarli, è più attuale che mai, nell'ultimo Consiglio comunale di martedì 27 giugno 2017, si è parlato di questo argomento a seguito Interrogazione (*) del Gruppo "CentroSinistra - Più Avanti Insieme" ed evidentemente la discussione che ne è seguita (video 1:20:15) è apparsa non esaustiva a Roberto Soncin, vicepresidente della Associazione Migranti della Venezia Orientale, che ha così indirizzato una lunga lettera con molte precisazioni e dati sull'immigrazione, indirizzata al Sindaco, Assessori, Consiglieri, Enti e Associazioni culturali e sociali (clicca qui), che fa capire molte cose, e vi assicuro che val la pena di leggere...
G.B.
Associazione Migranti della Venezia Orientale – onlus
Al Sindaco
Al Presidente del Consiglio Comunale
Ai Consiglieri Comunali
Agli Assessori
del Comune di Portogruaro
e, p.c. Ai Responsabili degli Istituti, Enti e Associazioni
Culturali e Sociali di Portogruaro
Nel merito del dibattito sul tema dei richiedenti protezione internazionale e delle immigrazioni, così come si è sviluppato nel corso del Consiglio Comunale del 27 giugno scorso, riteniamo opportuno fornire un nostro contributo, auspicando così di concorrere ad una più precisa, completa e corretta informazione.
Sono informazioni che rendono anche più comprensibili le motivazioni che muovono i numerosi volontari che da due anni danno vita, con passione e dedizione, alla esperienza di assistenza sussidiaria nata come Comitato Ragazzi della Palestra.
Giusto a distanza di due anni dall'arrivo dei primi profughi ospitati nella palestra dell'Istituto Luzzatto di Portogruaro, grazie all'impegno di queste persone, è stato dimostrato che, quando si superano i pregiudizi e le paure, anche la più difficile delle emergenze può trasformarsi in una occasione di crescita per tutti.
Roberto Soncin
Vicepresidente AMVO onlus
IMMIGRAZIONE E RIFUGIATI. NOTE INFORMATIVE
A cura di AMVO onIus
1 - Il fenomeno migratorio verso l'Italia degli ultimi 50 anni: è la irregolarità la regola degli ingressi
Nel nostro Paese, sia prima che - ancor più - dopo l'entrata in vigore della legge Fini-Bossi (poi Testo Unico sull'immigrazione) non vi è mai stato un flusso immigratorio regolare ed ordinato.
Le normative italiane, tuttora in vigore, sull'accesso dei cittadini provenienti dai Paesi extra Unione Europea, sono tali da rendere pressoché impossibile l'immigrazione regolare.
I diversi governi - nelle loro diverse maggioranze - che si sono succeduti negli ultimi decenni hanno dovuto tutti emanare provvedimenti di sanatoria per permettere agli stranieri già presenti in Italia di regolarizzare la loro posizione.
Queste ripetute sanatori e hanno riguardato la gran parte degli immigrati "apripista" che, una volta regolarizzata la loro posizione, hanno proceduto, questa volta sì, nel rispetto della normativa, al ricongiungimento dei propri famigliari.
Anche i Decreti Flussi che si sono succeduti negli anni sono serviti nella grandissima parte dei casi a regolarizzare lavoratori stranieri già presenti in Italia.
In altre parole: la gran parte degli immigrati che oggi sono in possesso di un regolare permesso di soggiorno sono entrati in modo irregolare in Italia.
Questa situazione paradossale è stata denunciata da tutte le organizzazioni che si occupano concretamente di immigrazione che continuano a chiedere il superamento della normativa in vigore.
Le rappresentanze della Polizia di Stato hanno anche ripetutamente denunciato come questa normativa impegni una parte consistente degli organici nella gestione di pratiche burocratiche tanto complesse quanto inefficaci sotto il profilo del reale controllo dei diritti e dei doveri a carico dei cittadini stranieri.
Va precisato che il termine "clandestino" non esiste nel nostro ordinamento giuridico.
2- Il rapporto tra immigrazione, benessere economico e solidarietà sociale: il conto degli immigrati è in attivo.
Tutte gli studi economico e sociali e tutti gli osservatori specializzati, confermano che l'apporto dell'immigrazione allo sviluppo economico, al benessere sociale e alle casse del welfare italiano, è positivo in tutti i settori.
L'intreccio tra la crescita economica e occupazione straniera negli ultimi 35 anni è stato strettissimo e indivisi bile, specialmente in regioni forti come il Veneto.
Lo stesso per quanto riguarda la crescita del benessere sociale e la disponibilità di servizi alla persona che va ben oltre il fenomeno del badantato.
Nello specifico del welfare gli immigrati, in conseguenza della giovane età e della prevalenza degli occupati (autonomi e soprattutto dipendenti) sulla popolazione immigrata complessiva, concorrono a sostenere in modo determinante la spesa previdenziale (saldo attivo) e, tramite la compartecipazione alla fiscalità generale, danno un contributo importante a quella sanitaria con una restituzione limitata.
Infine va ricordato come il contributo della popolazione immigrata alle nuove nascite e alle classi più giovani in Italia e in Veneto permette alle piccole comunità locali di avere quel numero minimo di bambini necessario a impedire la chiusura di alcuni servizi socio-sanitari (ricordiamo che l'apporto dei nati da genitori stranieri presso l'Ospedale di Portogruaro è superiore al 30%) e scolastici.
3- La tematica dei richiedenti protezione internazionale: l'Italia agli esordi.
Svezia, Malta, Norvegia, Svizzera, Austria e Cipro sono i Paesi europei con la percentuale più alta di rifugiati per numero di abitanti e anche con una lunga tradizione di accoglienza.
In nessuno di questi paesi si sono riscontrate significative criticità nei processi di integrazione determinata da diversità di professione religiosa.
Le principali problematiche sono invece determinate dalle differenze socio-economiche che nulla hanno a che fare con un indistinto conflitto tra Occidente e resto del mondo.
Si tratta di differenze che hanno caratterizzato anche il nostro Paese per molti decenni e che sono state superate con la crescita degli scambi e del benessere sociale . .
Va anche considerato che la gran parte dei Paesi europei è, storicamente, multietnico e multi-religioso così come lo sono molti Paesi da cui provengono i cittadini stranieri.
Come ci spiegano i libri di storia ma anche le cronache quotidiane, i conflitti religiosi sono prodotti unicamente da questioni politiche ed economiche.
È quello che sta succedendo, seppur ancora limitato alla intolleranza e alla aggressività verbale, anche nel nostro Paese.
4- Il sistema di soccorso sul mare e di accoglienza in terra dei richiedenti protezione internazionale.
Le persone che arrivano in Italia (come quelle che sbarcano in Grecia e in Spagna) non sono per l'ordinamento giuridico nazionale ed internazionale "clandestini" che entrano illegalmente nel territorio nazionale.
Se così fosse è palese che i comandanti della Marina Militare Italiana, della Capitaneria di Porto e delle navi commerciali che svolgono attività di soccorso e sbarco dovrebbero essere perseguiti penalmente.
Vi è invece un Codice del Mare che obbliga il salvataggio di chi rischia di annegare.
Sempre le norme internazionali prevedono che queste persone, una volta che hanno messo piede nel territorio di un Paese straniero, possano fare richiesta di protezione internazionale e così, fino a quando non sarà respinta in via definitiva questa richiesta, possono rimanere legalmente nello stesso paese, naturalmente rispettando alcune specifiche norme di legge.
Sul soccorso prestato da enti umanitari privati non si è finora accertato alcun interesse lucrativo. AI contrario hanno fatto risparmiare milioni di euro allo Stato Italiano.
Gli sconfinamenti nelle acque libiche da parte di mezzi di soccorso di ONG italiane e non italiane, sono stati tutti autorizzati dalle autorità libiche (dichiarazioni del controammiraglio Carlone al Comitato Schengen, maggio 2017) e totalmente infondate si sono dimostrate le accuse di connessione tra ONG e scafisti (dichiarazioni dei responsabili della operazione Frontex).
L'assistenza dei richiedenti protezione internazionale non costa 35 euro al giorno di cui 5 assegnati al singolo richiedente. La base di gara per i servizi di assistenza "semplice" esternalizzati a privati parte da 35 euro e di norma si chiude su 32-33 euro.
Ai richiedenti va un "pocket money" di 2,50 euro.
I Comuni sono stati chiamati a partecipare attivamente alla gestione della ospitalità e sono stati sottoscritti accordi in questo senso tra Stato e Regioni e Stato ed ANCl, spesso disattesi.
La indisponibilità della maggioranza dei Comuni alla accoglienza, anche se gestita autonomamente da enti sociali (CIF; Caritas, ecc.), imprese (cooperative, onlus) e altri soggetti privati, ha prodotto i casi Cona e Bagnoli.
Ai Comuni è stato anche richiesto di attivare centri SPRAR (Servizi Protezione Richiedenti Asilo e Rifugiati) finanziati in grandissima parte da risorse statali (e comunitarie).
Gli Sprar offrono accoglienza ai richiedenti e realizzano progetti di integrazione per quelli a cui vengono riconosciuti titoli di soggiorno per protezione internazionale).
Gli SPRAR non sono quindi Uffici per l'Impiego.
5- Richiedenti protezione internazionale e lavoro:
Ci sono evidenti contraddizioni in alcune affermazioni che riguardano il lavoro ed i richiedenti protezione internazionale.
Chi afferma che queste persone non hanno alcuna prospettiva di lavoro sono a volte gli stessi che denunciano l'occupazione da parte dei richiedenti di posti di lavoro che spettano agli italiani. Delle due l'una.
In effetti, anche la stessa esperienza di accoglienza realizzata nel Portogruarese, ha dimostrato che vi sono occasioni di occupazione anche per queste persone e che non sono antagoniste al lavoro dei già residenti (italiani o stranieri).
Il mercato del lavoro (come da anni sottolineano gli esperti del settore e le ricerche realizzate anche da enti terzi, come le CCIAA del Veneto) offre, occasioni di lavoro che non sempre sono accettate dai residenti.
Questo vale soprattutto per regioni ad alta intensità occupazionale come il Veneto. Non a caso alcuni richiedenti, ottenuto il permesso di soggiorno provvisorio, hanno trovato regolare occupazione o opportunità di svolgere tirocinio coprendo posizioni di lavoro altrimenti scoperte con conseguenti difficoltà e limitazione nell'attività dell'impresa.
Va anche sottolineato che l'attività di accoglienza ha prodotto numerosi posti di lavoro aggiuntivi, specie dove l' accoglienza è organizzata in modo diffuso nel territorio.
La media è di un posto di lavoro ogni 14-15 assistiti. Si tratta di posti di lavoro qualificati (mediatori, responsabili di comunità, psicologi, personale paramedico) e coperti da giovani.
Infine si deve considerare che i privati impegnati in questi servizi sono quegli stessi a cui le comunità affidano la loro sicurezza (come la Croce Rossa) o i servizi collettivi per gli anziani, i disabili ed i minori (cooperative).
DATI INFORMATIVI
SANATORIE per gli immigrati e le imprese e famiglie. Legge e numero lavoratori regolarizzati.
Legge 39/90: 217.626
DL 489/95: 244.492
DPCM 1998: 217.124
Legge 189/02: 316.489
Legge 222/02: 330.340
Legge 102/09: 215.000
DL 109/12: 130.000
Totale lavoratori regolarizzati:1.354.582
DECRETI FLUSSI per l'assunzione di lavoratori non UE da parte di aziende e famiglie: numero lavoratori autorizzati dal 2000 al 2011: 1.012.080
POLIZIA DI STATO Personale di PS impegnato in Veneto nelle pratiche di immigrazione: 300 unità
ITALIA
Importo annuo contributi INPS versati dai lavoratori immigrati: € 8 miliardi
ITALIA
Importo pensioni e altre prestazioni sociali ricevute per anno dagli immigrati: € 3 miliardi
VENETO 2016
Quota stranieri su popolazione: 10%
Quota nati stranieri su totale nati: 20%
Saldo naturale (nati-morti) Stranieri: + 6.930 Italiani: - 16.919
ANNO 2016
Paesi con più alto rapporto tra rifugiati accolti e popolazione (nr. rifugiati accolti ogni 1.000 abitanti)
Svezia: 23,4
Malta: 18,3
Norvegia: 11,4
Austria: 10,7
Altri
Italia: 2,4
Paesi con il più alto rapporto tra richieste di asilo e popolazione (nr. richieste ogni 1.000 abitanti):
Germania: 9,1
Austria: 4,9
Grecia: 4,7
Altri
Italia: 2
ITALIA
Sbarchi: primi 6 mesi/12 mesi
2017: 83.360
2016: 70.222/181.436
2015: 70.354/153.842
2014: 63.884/170.100
MEDITERRANEO
Morti annegati per anno
2017: 2.169 (primi 6 mesi)
2016: 5.143
2015: 3.784
2014: 3.283
PORTOGRUARESE
Comuni con richiedenti accolti al 1 luglio 2017:
• Annone Veneto
• Concordia Sagittaria
• Fossalta di Portogruaro
• Portogruaro
• San Stino di Livenza
• San Michele al Tagliamentoto
RICHIEDENTI PROTEZIONE INTERNAZIONALE
Posti di accoglienza attivi nei Comuni del
Portogruarese: 121
RPI che hanno ottenuto un titolo di soggiorno: 19
VENETO
Progetti SPRAR nr. 19 di cui nel Veneziano:
• Mirano
• San Donà di Piave
• Spinea,
• Venezia (2)
PROVINCIA DI VENEZIA
Richiedenti Protezione Internazionale con ospitalità assistita (compreso CARA di Cona): 2.300
Stima RPI che hanno svolto attività lavorativa o di tirocinio nel corso del 2016 (solo sbarcati): 300
Principali settori di lavoro o tirocinio:
• Turismo
• Manifatturiero metalli
PORTOGRUARESE
Personale dipendente occupato nell'attività diretta di assistenza ai richiedenti protezione internazionale: 15
Tempi pieni equivalenti: 8
l dati presentati in questa nota provengono da: Ministero degli Interni, Istat, lnps. UNHCR, Sindacati di Polizia, Cooperazione sociale.
Portogruaro 6 luglio 2017
Aassociazione Migranti della Venezia Orientale onlus
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