Sono molti i dubbi che mi sono sorti quando ho letto questa notizia, sbagliato pensare che questo sia solo un atto di bullismo, c'è molto di più dietro, chiederò spiegazioni... G.B.
Portogruaro: baby gang picchia, deruba e minaccia un ragazzino
La vittima ha 16, il più giovane dei suoi aggressori - tre in tutto - appena 14. Dopo averlo bloccato e preso a sberle, gli hanno rubato il cellulare minacciandolo: "Se parli ti facciamo fuori". Poi i tre sono stati presi dai carabinieri
di Marta Camerotto
PORTOGRUARO. Botte ad un minore. Tre contro uno. Il branco va all'attacco: lo riempiono di sberle, lo bloccano e dopo averlo minacciato di "farlo fuori" lo costringono a consegnare il cellulare. Gli aggressori sono giovanissimi, tutti di origine kosovara. Due di loro hanno 16 anni, il terzo non arriva ai 14, la vittima invece ha 16 anni.
La baby gang è stata presa dai carabinieri. I tre sono stati deferiti a piede libero mentre la madre di due di loro è stata denunciata per ricettazione. Dopo la perquisizione in casa dei due fratelli aggressori (16 e quasi 14 anni) è stato rinvenuto il cellulare rubato con la sim inserita di proprietà della madre.
Lo sfondo di questo inquietante episodio di bullismo è la zona industriale. Lunedì pomeriggio, molte fabbriche sono chiuse per ferie. Per strada non c'è nessuno e la baby gang entra in azione. Notano un giovane camminare da solo nella zona. E' un ragazzo tranquillo. Lo inseguono senza dare nell'occhio.
Ad un certo punto il 16enne si sente osservato e quando ha l'impressione di essere inseguito accelera il passo. Cerca una via di fuga in mezzo alla gente. Ma attorno ci sono solo fabbriche e campi. Per lui non c'è via di scampo. Ha già il fiatone e tanta paura ma ormai il branco è vicino e capisce che questi suoi coetanei, hanno in mente qualcosa.
Quando prende il cellulare per chiamare aiuto è già troppo tardi. I tre lo braccano, lo insultano. Poi gli afferrano i polsi, lo prendono per le braccia e lo tengono fermo. Lo portano in un angolo nascosto e lo mettono con la le spalle al muro. Lui cerca di difendersi. Ma inutilmente.
Il branco è più forte e rincara la dose. Gli dà qualche spintone. Poi partono le sberle e poi le minacce. Gli dicono che se parla succederà di peggio, che lo prenderanno ancora. Gli dicono: "ti facciamo fuori". Il minore si trova senza possibilità di difesa. Gli tengono fermi i polsi delle braccia, un altro invece lo tiene fermo perché non possa dare calci. Al giovane gli viene da piangere.
Teme che il branco gli possa fare seriamente del male. Uno di loro gli sottrae il cellulare. Poi continuano le minacce. "Se parlerai ti veniamo ancora a cercare". Ottenuto quello che volevano i tre prepotenti lo lasciano libero e si danno alla fuga. La giovane vittima è rimasta stordita e sotto choc per un po'. Poi si è fatta coraggio ed ha imboccato la strada verso casa.
Con tanta paura riesce a raccontare tutto ai genitori che si precipitano dai carabinieri per denunciare il fatto. Da qui partono le indagini e le perquisizioni. Le ricerche si concentrano sulle immagini riprodotte dalla videosorveglianza e da alcuni sospetti. I carabinieri partono con le perquisizione delle abitazioni. Ed è proprio durante questa operazione che viene rinvenuto il cellulare rubato sopra la scrivania della madre dei due teppisti con tanto di sim già sostituita.
(Fonte: La Nuova Venezia)
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