7 Settembre 2011
Cgil, Fiom, Federazione della Sinistra. grande consenso popolare allo sciopero generale contro le politiche economiche ed antidemocratiche del Governo e della Confindustria
Una Piazza Ferretto a Mestre così gremita erano davvero tantissimi anni che non si vedeva. Un mare di bandiere rosse della CGIL, della Fiom, falce e martello, giovani e meno giovani, tantissime donne. Oltre 40.000 partecipanti ai due cortei regionali che hanno attraversato la città. In serata la Cgil parlerà di una adesione nazionale allo sciopero vicina al 60%
E’ la prima risposta determinata, di massa, popolare, alle politiche economiche del Governo, alla manovra lacrime e sangue che vuole scaricare sui proletari i costi di un sistema capitalistico insostenibile, pericoloso, inaccettabile.
Una mobilitazione consapevole della gravità della situazione e della necessità di dare una risposta sui nodi economici, ma anche sul terreno della difesa dei diritti democratici. Un ringraziamento particolare alle compagne e compagni che hanno reso straordinaria la partecipazione della Federazione della Sinistra al corteo. Eravamo davvero tanti, molto visibili, determinati.
E questa volta non eravamo certamente un corpo estraneo, consapevoli che le nostre parole d’ordine, le nostre proposte, anche quelle per anni osteggiate, sono oggi quelle più credibili: la patrimoniale per far pagare i ricchi che non hanno mai pagato, la lotta all’evasione fiscale, il taglio alle spese militari, la lotta allo strapotere delle banche private e agli speculatori, il taglio degli stipendi d’oro delle caste (dei politici ma anche dei giornalisti, degli avvocati, dei calciatori, dei manager, ecc.).
Un grazie particolare alle compagne e compagni del PRC di Venezia che in piazza hanno realizzato un efficiente posto di ristoro e un punto di raccolta firme a sostegno della campagna regionale “50.000 firme per le leggi regionali contro la delocalizzazione, il blocco dei licenziamenti, il reddito sociale”. Moltissime le firme raccolte.
Ora ci aspettano mesi di dure lotte, di costruzione del più largo fronte unitario, nei luoghi di lavoro, nei paesi, nelle scuole.
Non c’è solo Berlusconi da cacciare, Bossi e il populismo xenofobo da smascherare e sconfiggere, c’è una urgenza di rimettere in moto un progetto di alternativa, impedire che l’opposizione parlamentare oggi inconsistente, finisca per offrire il paese alle politiche della Confindustria.
Renato Cardazzo segretario regionale PRC Veneto |
