11 Aprile 2013
ECCO UNA VICENDA COME MOLTISSIME IN ITALIA, MA CAPITATA A "CASA NOSTRA", QUI IL POVERO MALCAPITATO E TARTASSATO CONTRIBUENTE, EX LEGHISTA, SE LA PRENDE CON LA POLITICA, DIMENTICADOSI PERO' CHE NE FACEVA PARTE FINO A POCO TEMPO FA !!
G.B.
Leandro Schileo si è visto arrivare multe per oltre 18mila euro.
"Cartelle pazze" Equitalia all’ex assessore!
PRAMAGGIORE Giovedì 11 Aprile 2013,
L'inserimento dati era sbagliato e si è trovato sommerso dalle "cartelle pazze" di Equitalia.
Quando Leandro Schileo, titolare di un’impresa artigiana idraulica, ex assessore comunale leghista, si è visto arrivare una serie di cartelle di Equitalia per un importo complessivo di 18.252euro per presunti mancati contributi Inps, mancati pagamenti di canoni Rai e mancato versamento dell'Irap per il 2005, ha capito subito che qualcosa non andava.
«Ma come - si è chiesto l'artigiano - hanno potuto muovere Equitalia con queste richieste se sono a posto con il Durc (Documento unico di regolarità contributiva) visto che lavoro prevalentemente con il pubblico».
È così iniziata la "via crucis" tra gli uffici delle Entrate e all'Inps. «All'Inps di San Donà - racconta Schileo - un impiegato ha sostenuto che oramai l'affare era una questione di Equitalia.
Insistendo e battendo i pugni per poter verificare la mia posizione, si è fatta avanti una signora che, in collaborazione con un collega, ha constatato che le tre cartelle di Equltalia di mancati contributi per 3.900 euro erano fasulle e che tutto era da attribuire a un errato inserimento dei dati.
Addirittura è venuto fuori che ero io creditore per 817 euro, avendo pagato un bollettino in più, avendone l'Inps per errore spedito uno in più. Si è quindi impegnata ad inviarmi presto il rimborso».
Restano poi i mancati pagamenti Rai e Irap. «Per i canoni Rai tutto si è risolto subito - spiega Schileo - in quanto ho ritrovato in cartella le ricevute dei pagamenti dei tre anni richiesti, mentre per il presunto mancato pagamento dell'Irap per il 2005 l'Ufficio delle Entrate si è dichiarato incapace di verificare».
Maurizio Marcon
(Fonte: Gazzettino di Venezia)
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