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28/03/2014 - La Politica

VIA ALLA CITTA' METROPOLITANA: SARA' UN BUCO NELL'ACQUA ?

Orsoni soddisfatto e Zaccariotto infuriata, ma il Cittadino come la pensa?

28 Marzo 2014


TANTE LE INCOGNITE...

Inutile che vi dica che di certo non ci saranno risparmi della spesa pubblica con l'abolizione delle Province, quello che resta da sperare è che l'architettura istituzionale funzioni più veloce e meglio, ma ci vorrà del tempo per capirlo...

Prossimamente metterò in rete un interessante incontro pubblico dei sindaci Bertoncello e Anastasia, tenutosi a Lugugnana per spiegare il loro Sì alla Città metropolitana, da considerarsi una "primizia" politica, visto il contesto...

 

G.B.

 


La Città metropolitana "incorona" Orsoni


Ecco le conseguenze per Venezia del ddl Delrio.

Poteri al sindaco dal 1° gennaio

 

 FALSITÀ
La presidente Zaccariotto

 contesta i risultati del Ddl Delrio:

«Nessun risparmio, si creano 24mila nuovi consiglieri comunali al posto dei 3mila provinciali»

 

di Marco Dori

Cambio di programma per la Città Metropolitana di Venezia. Il voto di fiducia del Senato al ddl "Delrio" sull'abolizione delle Province, ha portato modifiche sostanziali alla staffetta tra Provincia e Città Metropolitana. Su tutte, la retromarcia sulla gestione commissariale per Francesca Zaccariotto. Il disegno di legge prevede infatti che il presidente e la giunta provinciale rimangano in carica, a titolo gratuito, fino al 31 dicembre, ma solo per la gestione provvisoria dell’ente. Per la Zaccariotto, questo non vuol dire altro che «pagare stipendi e utenze». Niente gestione del passaggio, quindi, ma anche zero possibilità di partecipare alla formazione del nuovo ente metropolitano, che dalla Provincia erediterà tutto: beni mobili e immobili, dipendenti e territorio.

Con la Zaccariotto fuori dei giochi, il pallino viene consegnato direttamente nelle mani del sindaco di Venezia, Giorgio Orsoni, che dal primo gennaio 2015 assumerà anche la carica di sindaco metropolitano. Prima di allora, ed entro il 30 settembre, il sindaco di Venezia dovrà indire le elezioni del consiglio metropolitano, ma anche allestire l'insediamento della conferenza metropolitana.

Si tratta di due organi distinti. La conferenza metropolitana, formata dal sindaco di Venezia e dai sindaci della provincia, sarà chiamata a comporre lo statuto metropolitano, il regolamento della futura Città Metropolitana. Il consiglio metropolitano, invece, sarà composto dal sindaco metropolitano e da 18 consiglieri che verranno eletti tra i sindaci e i consiglieri comunali in carica. A votare saranno proprio sindaci e consiglieri comunali.

Niente voto popolare, quindi, ma una consultazione "interna", basato su un sistema di voto chiamato "ponderato", dove, cioè, i voti verrano pesati in relazione alla popolazione del cui Comune l'elettore è sindaco o consigliere. Entro il 31 dicembre 2014, il consiglio metropolitano dovrà approvare lo statuto metropolitano, altrimenti - paradosso dei paradossi - la Città Metropolitana partirà con lo statuto della vecchia Provincia. Se lo statuto non arriverà neppure entro il 30 giugno 2015, si procederà con il commissariamento dell'ente.

I punti "fermi" del disegno di legge "Delrio" rimangono tuttavia due. Il primo è la data di partenza della Città Metropolitana: 1° gennaio 2015; il secondo riguarda invece la carica di sindaco metropolitano. Il testo uscito dal Senato blinda di fatto la posizione del sindaco di Venezia, che di diritto sarà anche sindaco metropolitano.

L'unica possibilità di avere l'elezione diretta del sindaco metropolitano è infatti legata alla possibilità che il consiglio comunale di Venezia chieda di dividere la città in più Comuni. Nei fatti, un'eventualità oggi lontana dalla realtà, a prescindere dal referendum promosso dai comitati di Mestre e Venezia. Il testo passerà ora alla Camera.

Se non ci saranno ulteriori modifiche, sarà presto legge e la Città Metropolitana di Venezia sarà più vicina.

 

(Fonte: Gazzettino di Venezia)

 


ZACCARIOTTO:

"Da oggi non firmo più nulla"

LA GRANDE SCONFITTA

La presidente di Ca’ Corner è infuriata

e sta pensando alle dimissioni

 

 MESTRE - «Basta. Da oggi non firmo più niente!». Francesca Zaccariotto ha subìto il colpo. Il testo dello "Svuota Province" uscito dal Senato ha cambiato all'ultimo momento le carte in tavola. Carte che davano all'attuale presidente della Provincia la gestione commissariale dell'ente e una fetta di responsabilità nell'avvio della Città Metropolitana di Venezia.

Da ieri non è più così. Nessuno si aspettava un tale cambiamento, nemmeno la Zaccariotto, che forse non si aspettava neppure che il suo vice in Provincia, il senatore Mario Dalla Tor (Ncd), votasse a favore del disegno di legge che di fatto mette la parola fine alla stessa Provincia. «Mi aspetto che Dalla Tor sia coerente con quello che ha votato - tuona la Zaccariotto - e che quindi, d'ora in poi, la Provincia la veda da fuori, passando in macchina. Bisogna essere seri con i colleghi».

I problemi politici sono però l'ultimo pensiero della Zaccariotto, intenta ora a capire in che modo reagire a quello che definisce «Uno schiaffo alle istituzioni. In questo modo - aggiunge la presidente - Provincia e Regione sono state completamente estromesse dalla costruzione della Città Metropolitana».

Lo "Svuota Province" - chiamato anche Ddl Delrio - prevede che il Presidente e la Giunta rimangano in carica (gratis) fino al 31 dicembre 2014, ma solo per la gestione provvisoria dell'ente, quindi per pagare stipendi e utenze. Troppo poco, tanto che ieri, a caldo, in Giunta si è parlato anche di dimissioni. «Ne abbiamo discusso - conferma la Zaccariotto - ma non è stata presa alcuna decisione. Se poi fossi io a dimettermi, la gestione della Provincia passerebbe a un commissario prefettizio, anch'esso a titolo gratuito».

Anche i politici non amano lavorare gratis, a maggior ragione se le responsabilità rimangono le stesse. Nel caso della Zaccariotto, sono pure destinate ad aumentare. Pare infatti che con l'entrata in vigore della legge, il consiglio provinciale cesserà di esistere e le sue competenze passeranno nelle mani del presidente della Provincia. «Il Consiglio verrebbe meno prima della fine del mandato e noi non faremo in tempo ad approvare il bilancio. Un bel problema».

Anche se manca ancora un passaggio alla Camera, la Zaccariotto crede che non ci sia spazio per nuove modifiche, e che presto il testo sarà legge. «Il provvedimento è legato a quello sui Comuni e sull'aumento dei consiglieri nei Comuni tra 3mila e 10mila abitanti. Alle porte ci sono le elezioni amministrative, quindi - spiega la presidente della Provincia - i Comuni devono conoscere entro il 25 aprile, ultimo giorno per la presentazione delle liste, il numero esatto dei consiglieri da eleggere».

Proprio l'aumento esponenziale di consiglieri e assessori comunali annullerebbe ogni risparmio derivante dalla riforma sulle province. «Oggi si vuol far passare il messaggio che risparmiando sulle Province si salverà l'Italia - arringa la Zaccariotto - ma è una falsità. Da una parte si eliminano 3mila amministratori provinciali, ma dall'altra si creano 24mila nuovi consiglieri comunali. D'altronde, questa legge è frutto della volontà dell'Anci, l'Associazione nazionale dei comuni italiani, di cui è stato presidente il ministro Delrio».

 

(Fonte: Gazzettino di Venezia)

 



 
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