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23/07/2014 - Primo piano e Cronaca

FOLLA PER FRANCESCO GAVAGNIN: DUOMO PIENO PER ULTIMO SALUTO

Monsignor Cesco ha elogiato la sua figura, una brava persona stimata da tutti

23 Luglio 2014 (Ultimo aggiornamento Sabato 26.07.2014 - ore 12.00)


 

L'ULTIMO SALUTO A FRANCESCO

Pieno il Duomo di Sant'Andrea

Tantissime persone, una folla di gente per dare l'ultimo saluto a Francesco Gavagnin, il fotoreporter de "la Nuova Venezia", Monsignor Cesco o Don Piero come lui stesso si è chiamato in chiesa, ha detto che una presenza così numerosa testimonia quanto Francesco era conosciuto e stimato, e rivolgendosi ai suoi familiari, si è  augurato che vogliano fare una stampa delle sue Fotografie che testimoniano il Veneto orientale...

Ad ornare il feretro in chiesa, anche la sua amata macchina fotografica. (clicca qui)

Qui sotto il ricordo di chi ha lavorato con lui per quasi 30 anni... G.B.


Ciao Kekko,

grazie per le battaglie vinte insieme

per 30 anni

L’ex caposervizio della “Nuova”

 ricorda il Fotografo scomparso

 

Ci ha salutato tutti, noi amici, con un sms: Ciao, KEKKO. Il suo ultimo colpo di coda, il suo definitivo sberleffo alla sorte, alla morte. Un ultimo abbraccio, ironico come sempre. Una pacca sulle nostre spalle rattristate. Perché, in fin dei conti, Francesco Gavagnin, nonostante le sue battute salaci, la schiena sempre dritta, forse un po' troppo a volte, era un buono, un appassionato della famiglia, del lavoro, della vita.

L'ho conosciuto, Francesco, nella seconda metà degli anni Ottanta, quando dal Mattino di Padova fui mandato a dirigere il settore Provincia della Nuova Venezia, che allora si chiamava soltanto così senza distinzione fra Laguna e Terraferma.

Avevo avuto il compito dalla Direzione

di rafforzare le pagine dei nostri paesi e cittadine.

Con Gavagnin, come tutti noi del giornale l'abbiamo sempre chiamato, è stato come sfondare una porta aperta. Perché Gavagnin è stato un fotoreporter di razza, spigoloso a volte nel carattere, ma sempre disponibile. Quegli anni copriva da solo una zona immensa, tutto il Veneto Orientale, il suo, il nostro, suo e mio soprattutto, da Punta Sabbioni fino a Bibione, passando per San Donà fino a Meolo e Quarto d'Altino. Cominciò subito a crearsi una rete di informatori che potessero fargli coprire ogni angolo del suo territorio con tempestività. Allora non c'erano sms, internet e via discorrendo. Si correva, è il caso di dirlo, via filo o al massimo via telefono portatile.

E Gavagnin era sempre nel suo grosso fuoristrada, veloce a raggiungere il luogo dell'incidente, dell'incendio, della manifestazione e di qualsiasi altro servizio fotografico lo incaricasse il giornale. Un giorno, ricordo, fece la bellezza di 400 chilometri. All'epoca le foto non viaggiavano via internet (per altro Gavagnin fu lestissimo a impadronirsi del Web) ma col fuorisacco, ovvero la busta doveva essere portata a un treno che andasse, nel nostro caso, a Mestre, dove i fattorini del giornale correvano a prenderla in stazione. Ma più di qualche volta i treni non c'erano più, e allora Gavagnin, brontolando divertito, montava sul gippone e portava le foto direttamente al nostro centrostampa di Padova. Questo per dire del suo impegno.

Ma Gavagnin non è mai stato il protervo fotografo che vorrebbe la tradizione dei cosiddetti fotografi-cronisti. Ha sempre avuto invece il massimo rispetto del soggetto che doveva fotografare, difficilmente si è piegato a "rubare" da una cornice l'immagine di un morto di nascosto dai famigliari disperati, li ha sempre convinti a parole a dargliela quella foto, pure non ne ha mancata mai una. Come, sempre, è arrivato per primo lì dove qualche volta arrivavano dopo di lui le forze dell'ordine, ed erano battute ed ironie a non finire. Da quelle forze dell'ordine, Carabinieri, Polizia, Polstrada, Guardia di Finanza fino ai Vigili del Fuoco, Gavagnin non solo ha avuto notizie che poi girava al giornale, ma anche stima e in alcuni casi amicizie profonde.

E se il Veneto Orientale è tutt'ora il fiore all'occhiello della “Nuova Venezia”,

quanto a diffusione, una parte di questo successo

lo deve anche a Francesco Gavagnin,

che per poco meno di 30 anni ne ha tenuta alta l'immagine. È per questo che tutti noi della “Nuova” abbiamo perso non solo un fotografo, ma un grande amico. Francesco Lazzarini

(Fonte: la Nuova Venezia)

 


 

Folla per l’addio a “Kekko” Gavagnin:

sul feretro la sua macchina fotografica

«Hai raccontato i nostri anni»

 

PORTOGRUARO

La fotografia è stata l’essenza della sua vita e l’ha accompagnato anche nell’ultimo viaggio. La macchina fotografica, che per quasi quarant’anni aveva tenuto al collo, stavolta è stata adagiata sul feretro.

In tantissimi, ieri mattina, si sono riuniti nel duomo di Sant’Andrea, a Portogruaro, per l’ultimo saluto a Francesco “Kekko” Gavagnin, il decano dei fotografi del Veneto Orientale scomparso all’età di 61 anni. C’erano gli amici e colleghi fotografi, che del Francesco fotogiornalista «di razza» avevano imparato ad apprezzare lo stile e la professionalità.

C’erano molti giornalisti e collaboratori de La Nuova di Venezia e Mestre. “Kekko” aveva dedicato quasi trent’anni della sua attività professionale al nostro giornale. Ma tra le navate della chiesa gremita si potevano scorgere anche i volti di tanti altri rappresentanti del mondo dell’informazione locale.

C’erano le istituzioni, con il sindaco Antonio Bertoncello e i rappresentanti di tutte le forze politiche. E le forze dell’ordine schierate al gran completo: carabinieri, polizia di stato, polizia locale, oltre ai vigili del fuoco arrivati sul Liston con l’autobotte.

Tutti riuniti per stringersi attorno alla moglie Edoarda e alle figlie Mariangela e Chiara. Ma soprattutto per rendere omaggio a “Kekko” perché, oltre alla stima, c’era «quel rapporto cordiale di serena amicizia che Francesco stabiliva con tutte le persone», come ha ricordato il parroco don Pietro.

Nella sua omelia il sacerdote ha tracciato un ricordo del Gavagnin fotografo. «La sua professione lo ha reso partecipe di tantissime ricorrenze della nostra comunità. Credo che il patrimonio che lascia possa essere di grande utilità nel leggere il presente e nel ricostruire il nostro passato», ha sottolineato don Pietro Cesco, «dobbiamo essergli grati per il suo stile professionalmente competente dimostrato nel lavoro svolto per tanti anni».

Per Francesco la fotografia, divenuta un lavoro, era rimasta comunque sempre una passione e uno straordinario veicolo di racconto. Con il suo stile discreto aveva seguito decine di cerimonie. E anche per il suo ultimo viaggio aveva voluto che ci fosse un fotografo a raccontarlo.

Adesso Francesco riposa nel cimitero di Portogruaro, ma ci ha donato un grande tesoro di immagini e testimonianze. Starà a noi, come ha accennato don Pietro rivolto ai familiari, riordinarle «per ricostruire il racconto di quello che Francesco ci ha lasciato». E scorrendo non solo con la memoria un pezzo importante di storia del Veneto orientale. Giovanni Monforte

(Fonte: la Nuova Venezia - 24.07.2014)

 


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L’ADDIO A GAVAGNIN
 La vedova e le figlie
«Grazie a tutti»
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PORTOGRUARO. «Vogliamo ringraziare le tantissime persone che, con la loro partecipazione ai funerali, hanno voluto testimoniare la vicinanza e l’affetto che nutrivano nei confronti di “Kekko”». I familiari di Francesco Gavagnin ( nella foto), il decano dei fotografi del Veneto Orientale scomparso all’età di 61 anni, hanno deciso di ringraziare, attraverso le pagine de La Nuova, tutti coloro che in questi giorni si sono stretti al loro fianco. Impossibile farlo di persona con tutti, vista la grande partecipazione ai funerali del fotogiornalista, che per quasi trent’anni aveva lavorato con il nostro giornale. Il ringraziamento arriva dalla moglie Edoarda e dalle figlie Mariangela e Chiara, insieme a Luca. Un grazie anche per le donazioni all’associazione Amici del Cuore. (g.mon.)
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(Fonte: la Nuova Venezia - 26.07.2014)
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EPIGRAFE_DI_FRANCESCO_GAVAGNI_ESPOSTA_DAVANTI_AL_DUOMO_.pdf

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ULTIMO_SALUTO_AL_FOTOREPORTER_FRANCESCO_GAVAGNI_.pdf

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UNA_GRANDE_FOLLA_DI_PERSONE_PER_FRANCESCO_GAVAGNIN_.pdf

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ADDIO_A_FRANCESCO_GAVAGNIN_FERETRO_CON_SUOI_SIMBOLI_.pdf

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