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14/08/2014 - La Politica

FA SCALPORE LEGA CONTRO LEGA: PARTITO PARTE LESA CONTRO BOSSI

Ma il Senatur e' pure nel Comitato di Disciplina a giudicare Mara Piccin !

14 Agosto 2014


 

LEGA CONTRO LEGA

Ma è davvero così ?

Prataviera sulla Famiglia Bossi:

si sono rubati i "loro" soldi !

 

La Lega si costituisce parte lesa anche  contro Umberto Bossi, la notizia è di quelle che solo qualche anno fa sarebbero state annoverate come “fantascienza”, anzi, fantapolitica !

Ora è tutto vero, almeno sulla carta, contraddizioni però ce ne sono tante, sia nelle dichiarazioni di alcuni suoi elementi storici (clicca qui) , sia perché troviamo Umberto Bossi nel Comitato di Disciplina del Partito, chiamato a giudicare l’espulsione di un’altra “furbetta”,  la consigliera regionale friulana Mara Piccin! (vedi articoli sottostanti)

Certo un po’ di pulizia al suo interno la Lega l’ha fatto, anche se rimangono alcuni punti oscuri, e tra questi non posso non nominare Roberto Maroni, che era il braccio destro di Bossi, che mi ricordo all’epoca dello scandalo Ruby, diede dello stupido a Silvio Berlusconi per come aveva fatto uscire dalla Questura la bella minorenne “figlia di Mubarak”, bastava dirglielo a lui, disse Bossi, che poi avrebbe fatto intervenire il suo fido Maroni !

Non è una mia fantasia questa, ma frasi dette davanti alle telecamere e passate nei TG nazionali, poi abbiamo Flavio Tosi, il “perseguitato” da Report, e della Galbanelli io ho la massima stima…

Per ultimo ma non ultimo, la Famiglia Bossi nel suo insieme, con i due “cari” figlioli, con il trota che sembrava un personaggio tanto “scemotto”,  ma non così tanto a giudicare dalle accuse che si ritrova insieme al fratello, e per dirla con le parole dell’onorevole deputato veneto Emanuele Prataviera (vedi video), hanno rubato i loro stessi soldi, anche se non è propriamente così, perché i soldi dei Finanziamenti Pubblici ai Partiti, sono soldi di noi cittadini, andate a raccontarlo a quelli che si sono suicidati…

 

G.B.


 

Lega parte lesa contro Bossi
Gobbo a Salvini: ritira subito

 

IL PROCESSO

Fa scalpore la decisione di via Bellerio:

il 10 ottobre prima udienza

 

Lega contro Lega. Ma soprattutto Lega Nord che si costituisce parte lesa anche contro Umberto Bossi, oltre che verso i figli Riccardo e Renzo e alcuni ex tesorieri tra cui Francesco Belsito al processo per truffa aggravata e appropriazione indebita (fondi usati - secondo l’accusa - per spese personali, come lauree, multe, bollette) che si aprirà il 10 ottobre davanti al Gup di Milano.

Che la Lega avesse in animo di costituirsi parte offesa contro gli altri indagati era noto, coglie di sorpresa che l’atto riguardi l’ex capo.

Il decreto che fissa l’udienza non consente smentite. L’avvocato che difende il Carroccio è Domenico Aiello, legale di fiducia di Roberto Maroni. Cosa significa? Che la Lega determina le condizioni per chiedere eventualmente i danni al fondatore del partito, l’uomo che ha creato il movimento, il Senatur, e anche ai suoi figli. Tecnicamente, questa premessa viene posta con la costituzione di parte lesa da cui deriva la facoltà di costituirsi parte civile al termine del processo e chiedere i danni.

Una cosa è certa: questo processo è destinato a pesare molto sugli scenari interni ancora appesantiti dalle tensioni tra vecchio e nuovo corso.

Dicono che il Senatur non se l’aspettasse proprio. Politicamente, la differenza giuridica tra parte lesa e parte civile non conta più di tanto. E infatti la notizia, scritta da "Repubblica" a fine luglio, ha destato scalpore non solo tra i fedelissimi del presidente della Lega ma anche tra i militanti. In Veneto c’è malumore per la decisione del vertice federale, sottoscritta dal segretario Salvini in qualità di legale rappresentante.

Qualche dirigente veneto ha telefonato incavolato in via Bellerio ricavandone l’impressione di un certo imbarazzo ad affrontare l’argomento. E come risposta si è sentito dire: «Tranquilli, contro Umberto non muoveremo un dito».

E verso i figli? Tutt’altra storia.

Del disappunto si fa portavoce Gian Paolo Gobbo, storico segretario della Liga: «Mi meraviglia questa scelta nei confronti di Umberto. Molto strana. Se fosse vera, la riterrei inopportuna. E chiederei a Salvini di rivedere la posizione e ritirarla subito. Discorso diverso, ovviamente, per i faccendieri che hanno malversato i beni e i fondi del partito».
Paolo Francesconi

(Fonte: Gazzettino di Venezia - 14.08.2014)

 

 


La Lega Nord:

«Milano espella Mara Piccin»

 

BRACCIO DI FERRO La richiesta del Fvg.

Ma la capogruppo resiste: Zilli risolutiva

 

 

TRIESTE - Sarà davvero espulsione dalla Lega Nord? Si dimetterà? E nel caso, il gruppo consiliare che fine farà dato che le norme prevedono un minimo di tre componenti e senza di lei si ridurrebbe a due? Sciolto con emigrazione nel gruppo misto?

Sono gli interrogativi che si rincorrevano ieri dopo che la sera precedente il Consiglio nazionale del partito, cioè l'organismo regionale, presente il commissario Gianpaolo Dozzo, ha deciso di chiedere l'espulsione della consigliere regionale pordenonese Mara Piccin, che figura tra i 22 - tra consiglieri ed ex - per i quali il pm Federico Frezza della Procura di Trieste ha chiesto il rinvio a giudizio per presunto uso improprio dei fondi dei gruppi consiliari nella scorsa legislatura.

Su 11 presenti all'incontro dei 12 aventi diritto, la richiesta di espulsione è stata votata da 10 con un contrario. Tale richiesta sarà inviata all'organo leghista preposto al vaglio, ovvero al

Comitato di disciplina e garanzia che ha sede a Milano e ha ai vertici Umberto Bossi e il segretario federale, Matteo Salvini.

Piccin è anche capogruppo dei leghisti in consiglio (Claudio Violino e Barbara Zilli sono gli altri due consiglieri) e nell'anno trascorso il partito si era già espresso per una sua sospensione. La presa di posizione, però, non aveva sortito effetti di rilievo, poiché Piccin è sempre rimasta al suo posto in Consiglio e nel suo ruolo di capogruppo.

Ora il nuovo capitolo e, nonostante la richiesta di espulsione non significhi ancora l'atto in sè, nelle valutazioni del Comitato di disciplina potrebbe pesare la quasi unanimità che l'accompagna. I tempi per il verdetto sono sanciti dal regolamento: al massimo 60 giorni.

La querelle, quindi, sarà conclusa al massimo a ridosso del congresso regionale della Lega, che è stato fissato per domenica 28 settembre. Lì, forte dei risultati alle elezioni europee, anche il Carroccio Fvg si misurerà in un nuovo inizio dopo il periodo commissariale.
A.L.

  

(Fonte: Gazzettino di Pordenone – 26.07.2014)

 


La leghista Piccin indagata

Sospensione in arrivo

Oggi si riunisce la Segreteria Regionale

con il Commissario del Partito Dozzo

La capogruppo nel mirino per le spese.

Il Carroccio spera nel passo indietro

di Alessandro Cesare

UDINE. La sorte di Mara Piccin, la capogruppo della Lega Nord in Consiglio regionale, sarà decisa oggi. Giusto in tempo per l’arrivo, domenica mattina, del segretario federale Roberto Maroni. Il commissario Fvg Gianpaolo Dozzo ha convocato per stasera un Consiglio nazionale (che nel gergo padano equivale a “regionale”) per discutere proprio del caso Piccin. La capogruppo, infatti, dopo il susseguirsi di voci di un suo coinvolgimento nelle indagini sui rimborsi impropri durante la scorsa legislatura in Regione, ora è indagata dalla Procura di Trieste con l’accusa di peculato. A finire nel mirino del pm Federico Frezza sono state alcune consulenze affidate a un pilota di elicotteri, suo compagno, pagate con i fondi del gruppo regionale della Lega.

Quindi l’attendismo che ha caratterizzato la prima fase dell’era Dozzo (più volte ha ribadito di non voler prendere provvedimenti se non in presenza di un avviso di garanzia) dovrà ora diventare qualcosa di diverso. A chiederlo è la base del partito, stanca degli scandali che hanno coinvolto il Carroccio negli ultimi anni, a partire dal caso di Eduard Ballaman.

Dozzo questa sera chiederà l’appoggio del Consiglio nazionale, cercando quella compattezza che finora è mancata tra le diverse anime del partito. Qualcuno però è pronto a scommette che oggi, prima del vertice serale in programma nella roccaforte di Reana del Rojale, potrebbe arrivare un passo indietro da parte di Piccin. Come già avvenuto con Danilo Narduzzi, anche l’attuale capogruppo in Regione potrebbe scegliere la strada dell’autosospensione prima di subire provvedimenti ufficiali. Ad augurarselo è soprattutto chi, da tempo, chiede una svolta all’interno del movimento, un’azione di pulizia e di trasparenza per far ripartire la Lega, per ridare ai militanti quell’entusiasmo che oggi sembra perduto. In caso di sospensione o espulsione di Piccin, si aprirebbe anche la questione del gruppo in Consiglio regionale, che resterebbe soltanto con due eletti. Troppo pochi, salvo deroghe, per consentire la sopravvivenza.

Ciò che conta però, in questo momento, è riuscire a dare un segnale di svolta nel Carroccio del Fvg, anche per evitare grane al segretario federale Maroni, che domenica incontrerà all’ente fiera di Martignacco amministratori locali e militanti. Alcuni dei dissidenti sono già pronti a esternare la propria amarezza di fronte al leader del Carroccio, ma una decisione punitiva nei confronti di Piccin potrebbe calmare gli animi e riportare la pace in un movimento spaccato da mesi di tensioni, lotte intestine e sgarbi personali.

Un anno, il 2013, che per la Lega del Fvg è stato un vero e proprio calvario: prima il coinvolgimento di diversi eletti nello scandalo rimborsi, poi la scelta sbagliata delle candidature e il crollo dei consenti alle elezioni e la sostituzione del segretario regionale Matteo Piasente, infine l’ineleggibilità del consigliere Stefano Mazzolini.

 

Oggi potrebbe arrivare la cacciata di Mara Piccin.

 

(Fonte: Messaggero Veneto - 30.08.2013)

 


 

Soldi pubblici, Prataviera ne ha per tutti: Orsoni, Martella e Famiglia Bossi !

Finanziamento Pubblico ai Partiti, l'uso lecito e illecito dei soldi... 

La Politica oggi è in mezzo a una strada?

Emanuele Prataviera, tra le altre cose:

“Si è sempre saputo che il Consorzio Venezia Nuova era un giochetto in mano alla sinistra…” Poi un “affondo su  Giorgio Orsoni e il deputato  e vice presidente PD alla Camera  Andrea Martella !

Prataviera con lo scandalo Mose si toglie qualche sassolino, adesso che vede anche il “santo" PD coinvolto e nessuno della Lega, sottolineando che “a differenza di quel che si continua dire e a sparlare male della Lega, la Lega è un Partito pulito, che ha saputo prendere le distanze da chi era all’interno della Lega e che non ha rubato i soldi ai Cittadini direttamente, però tramite il finanziamento pubblico, ha rubato i suoi stessi soldi,

che era la Famiglia di Bossi che si è fatta i cavoli suoi,

con i soldi di tutti gli associati…”



 
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