15 Agosto 2014
FIUMI DI PAROLE...
Luciano Striuli , presidente della Conferenza dei Sindaci Sanità, per i primi di Settembre ha già in calendario una serie di incontri per scegliere entro il mese il sito del nuovo Ospedale unico, scelta che spetta ai Sindaci, diversamente da quella politica, cioè se serve effettivamente farlo, che spetta soltanto alla Regione, come ha voluto recentemente ricordare il Direttore generale dell'ULSS 10 Carlo Bramezza.
Continua l'antagonismo tra Portogruaro e San Donà, che si contendono il diritto (secondo loro) di avere nel proprio Comune la nuova struttura ospedaliera, e da questa ripetitiva e stancante contesa, spunta una novità da Cinto, il cui sindaco Gianluca Falcomer propone a sorpresa un emblematico Ospedale Europeo e invoca una intesa allargata tra Veneto e Friuli, bocciando in Consiglio comunale l'Ospedale unico !
Da Cinto si è contestato di brutto il lavoro e il giudizio finale della Commissione di esperti, che non avrebbe usato i parametri giusti nella scelta caduta su San Donà, anche se hanno cercato di addolcire la pillola con frasi di circostanza, per non offendere nessuno, anche se qui di offeso mi sembra ci sia solo il Servizio sanitario e la Sanità, trattata come una sorta di mucca da cui mungere soldi e non latte, col rischio che diventi una "mucca pazza" !
PS.
Sotto gli ultimi articoli "agostani" che certificano quanto sopra...
Inserito anche un Articolo / Comunicato stampa di Sabrina Ros del "Gruppo per il Cambiamento" su Sanità e Ospedale unico (clicca qui)
G.B.
«No all’ospedale unico,
puntiamo a quello Europeo»
Cinto. Il sindaco Falcomer
spinge per la sinergia tra Veneto e Friuli
e lancia una proposta al governatore Zaia
«No all'ospedale unico, puntiamo su quello Europeo». Il sindaco di Cinto Caomaggiore, Gianluca Falcomer, è da sempre un «friulanista» convinto ma questa volta cerca la sinergia tra Veneto e Friuli Venezia Giulia. «Il progetto di un ospedale unico nel Veneto orientale non sarà mai vincente - spiega Falcomer - tralasciando i campanilismi basta salire in aiuto per capire che la distanza che separa Jesolo da Bibione è decisamente troppa per gli utenti».
Insomma, un ospedale unico per 20 Comuni del Veneto orientale sarebbe troppo distante per tutti, ma per Falcomer «sarebbe addirittura una spesa superflua». «Non ci siamo mai chiesti se davvero vale la pena costruire un ospedale per il Veneto orientale - ribadisce il primo cittadino cintese - siamo davvero convinti che non possiamo usufruire di altre strutture.
Mi riferisco al Sandonatese che si trova a due passi da Mestre e da Treviso ed il Portogruarese che confina con il Friuli. Proprio per questo territorio lancio una proposta dell'ospedale Europeo. Una vera eccellenza per la popolazione di Veneto e Friuli Venezia Giulia che possa davvero essere di richiamo anche per il turismo».
Lo stesso Governatore Zaia e il direttore generale dell'Ulss 10 Bramezza hanno sempre puntato del resto sul turismo sanitario.
«Ci troviamo in un momento storico non solo per le difficoltà economiche mondiali - spiega Falcomer - ma proprio per la riorganizzazione sanitaria in corso tra Veneto e Friuli. Chiedo pertanto a presidente Zaia e alla collega Serrachiani di trovare un punto di incontro sulla sanità, con un ospedale Europeo tra Portogruarese e Friuli. Sono fiducioso anche perchè sono due governatori che hanno sempre lavorato per il popolo, aldilà della casacca politica».
Insomma a Latisana, San Vito al Tagliamento e Portogruaro si sta parlando di riorganizzazione e per Falcomer è una opportunità da cogliere.
Del resto Debora Serrachiani è riuscita a trovare la quadra con Zagabria per l'ospedale di Gorizia e Nova Gorica, con Luca Zaia almeno potrà parlare la stessa lingua. Marco Corazza
(Fonte: Gazzettino di Venezia – 05.08.2014)
Ospedale unico. Cinto dice no
Sanità
Documento unitario del Consiglio
che propone un’intesa
tra Veneto e Friuli
Consiglieri Comunali
dicono no all’Ospedale unico
L’assemblea favorevole
alla valorizzazione di Portogruaro
di Maurizio Marcon
Documento unitario del Consiglio comunale contro l'ipotesi di costruzione di un nuovo ospedale nel Veneto Orientale e a favore di una gestione coordinata interregionale. Secondo il Consiglio comunale di Cinto Caoamggiore bisogna andare verso la sottoscrizione di una intesa fra Veneto e Friuli Venezia Giulia.
«Noi cintesi - è scritto nel documento - contestiamo il lavoro svolto dalla Commissione tecnica incaricata, ma non nella sostanza e nella bontà dell'analisi, bensì nei parametri presi in considerazione e nel peso dato agli stessi per l'elaborazione della sintesi finale. Riteniamo infatti che il fatto di essere Asl di confine - e il conseguente problema della mobilità passiva - vada maggiormente approfondito e meriti maggior peso nella scelta finale per perseguire veramente i principi di razionalizzazione dell'offerta sanitaria e aumento della qualità».
«Chiediamo infatti - prosegue il documento - che la riorganizzazione dell'offerta socio-sanitaria venga programmata all'interno di un ambito territoriale più ampio che includa non solo i presidi di San Donà, Jesolo e Portogruaro, ma anche i presidi di San Vito al Tagliamento, Pordenone e Latisana, cioè quelli oggi considerati causa della mobilità passiva e di ingente aumento delle spese dell'Asl 10».
Ed è per questo che viene proposta «la sottoscrizione di una Intesa fra Veneto e Friuli. Questa Intesa dovrà individuare un ambito socio-sanitario interregionale fra i fiumi Piave e Tagliamento. Vogliamo l'immediata istituzione di un gruppo di lavoro veneto/friulano che abbia il compito di elaborare una proposta di riorganizzazione socio-sanitaria costruita seguendo la logica degli ospedali unici di rete. I presidi ospedalieri esistenti dovranno specializzarsi ed essere fra loro complementari, non in competizione».
Nel frattempo «diciamo no alla realizzazione di un nuovo ospedale nel Veneto Orientale. Diciamo sì alla valorizzazione del polo di Portogruaro».
(Fonte: Gazzettino di Venezia . 13.08.2014)
«L’Ospedale unico dell’Asl
bisogna farlo a San Donà»
Il sindaco Cereser:
in 20 anni noi siamo cresciuti il triplo di Portogruaro
Anche Jesolo d’accordo.
Striuli: decisione da prendere entro settembre
di Giovanni Cagnassi
SAN DONÀ Ospedale unico, la conferenza dei sindaci per la sanità vuole il voto finale per il mese di settembre. Intanto San Donà preme per avere in città la sede del grande nuovo ospedale, rilevando l'aumento consistente della popolazione rispetto a Portogruaro. La posizione di Jesolo è di avere un ospedale unico, anche a San Donà, e tenere sul litorale un vero pronto soccorso e riabilitazione.
Il presidente della Conferenza dei sindaci per la sanità, il sindaco di Caorle Luciano Striuli, ha ricevuto le osservazioni dei vari Comuni, molte in ritardo. «I consulenti nominati completeranno a breve le risposte alle osservazioni pervenute in riferimento alla relazione sull’individuazione del sito dell’Ospedale Unico del Veneto Orientale», spiega, «sono pervenute richieste di chiarimenti da parte del Comune di San Stino di Livenza e osservazioni tardive, che sono comunque in corso di esame, da parte dei Comuni di Portogruaro, di San Donà e di Ceggia. Convocherò entro i primi giorni di settembre l’esecutivo per l’esame di quanto sopra e per la fissazione definitiva delle pesature necessarie per la valutazione finale da sottoporre ai sindaci. Terremo, ove necessario, varie sedute della Conferenza dei Sindaci nel mese di settembre per la discussione e per la decisione finale».
Da San Donà, il sindaco Andrea Cereser fa alcune valutazoni in merito alla sede. «Abbiamo rilevato», dice, «che San Donà è cresciuta negli ultimi vent' anni molto più di Portogruaro. Precisamente i cittadini di San Donà sono cresciuti il triplo rispetto a Portogruaro. Una sede a San Donà, pertanto, sarebbe giustificata anche dai numeri degli abitanti. Si delinea questa situazione, con Portogruaro che avrà una popolazione più anziana rispetto a noi e altre esigenze, quindi legate alla riabilitazione e alle cure per gli anziani. L'Asl 10, inoltre, deve fare chiarezza su quanto accadrà nel piano per la sanità per questo territorio.
Se dovesse essere realizzato un Ospedale unico, resteranno comunque dei punti di pronto soccorso, ospedali di comunità, medicina territoriale». Da Jesolo, Valerio Zoggia, non teme di perdere il suo ospedale e accetta il nosocmio unico purché siano rispettate le esigenze: «Basta campanilismi, è ora di farlo questo ospedale unico. Un politico, come diceva De Gasperi, non deve pensare alle prossime elezioni, ma alle prossime generazioni. Noi avremo un primariato di pronto soccorso sempre, poi altre strutture per la riabilitazione che saranno una garanzia. Per determinati interventi però ci vorrà un ospedale di altissimo livelli».
(Fonte: la Nuova Venezia - 10.08.2014)
No dei diabetici alla soppressione di Chirurgia
L’associazione scrive alla Regione:
«Chiediamo che venga mantenuto il primario a San Donà»
Dai «diabetici» il «no» secco alla soppressione del primariato di Chirurgia. Mentre si attendono decisioni, da parte della Conferenza dei Sindaci, in merito alla realizzazione dell'ospedale unico, l'Associazione Diabetici del Basso Piave interviene per chiedere di stoppare il ridimensionamento di Chirurgia. Nei mesi scorsi una presa di posizione era stata assunta da Forza Italia e da parte della Regione c'era stato un impegno a bloccare le schede di riorganizzazione sanitaria nel Veneto Orientale nel momento in cui partisse il progetto dell'unica struttura ospedaliera.
Preoccupato del futuro di questo reparto, l'associazione però ha deciso di scrivere nuovamente alla Regione, quindi alla direzione dell'Asl 10 e a tutte le associazioni del territorio. E porta dei dati a confutare l'importanza del reparto di San Donà, a cominciare dai 2600 interventi all'anno (in fatto di pazienti acuti).
Altri dati riferiti al 2014: 400 ricoveri, altri 170 programmati, 200 ricoveri urgenti, 3500 giorni di degenza, 300 operazioni effettuate, 130 persone in attività. Il reparto eroga le prestazioni in regime di ricovero ed ambulatoriale, svolgendo principalmente attività di chirurgia, endoscopia digestiva, flebologia, senologia. Nel reparto sono ricoverati in elezione (cioè ricovero programmato) i pazienti da sottoporre a intervento chirurgico programmato, già studiati in attività di pre ricovero.
«Chi assicura a noi cittadini una efficace attività operatoria d'urgenza? Avremo affidabilità su un territorio di 120mila abitanti che triplica in estate arrivando a circa 400 mila persone. e Jesolo ha già visto soppresso il reparto di chirurgia». In realtà con le spiagge il numero aumenta in modo esponenziale considerati i turisti, ma la sostanza non cambia:
tutta Chirurgia non può pesare su Portogruaro.
La lettera, a firma del presidente Giovanni Franchin, si chiude con un appello alle autorità preposte. «Chiediamo, dunque, che venga mantenuto il primario a San Donà almeno fino a quando non ci sarà l'ospedale unico». (f.cib.)
(Fonte: Gazzettino di Venezia – 04.08.2014)
PORTOGRUARO
«Metteremo le cose in chiaro per quanto concerne l’aspetto idrogeologico»
«Qui l’ospedale è più sicuro»
Il sindaco Bertoncello
boccia l’area sandonatese:
«E’ a rischio allagamenti»
di Maurizio Marcon
Non sarà prima di settembre la convocazione della Conferenza sindaci sanità per decidere sul sito dell'ospedale unico. E non è comunque detto che a settembre si possa decidere. Appare sempre più probabile che venga chiesto un ulteriore studio di «tecnici indipendenti e competenti» per indagare sugli aspetti idrogeologici.
Dopo i rilievi sulla mancanza di un medico all'interno del gruppo di studio e di un esperto doi viabilità e mobilità che ha portato a calcolo della baricentricità e accesso dei siti proposti, partendo da distanze calcolate copiando le schede di Google Maps, scoppia il caso «idrogeologico».
La vittoria del sito proposto da San Donà a Calvecchia era dovuto, secondo i tecnici regionali, anche alle determinante mancanza di rischio idraulico dell'area proposta, rispetto ad altri siti come Ceggia, Torre di Mosto e SanStino/Annone, risultati a rischio.
Ed invece, domenica, è andato sotto acqua solo San Donà: oltre alla zona commerciale si è infatti allagato anche il sottopasso della bretellina verso Noventa, giusto in corrispondenza del sito proposto. «Una cosa è certa - afferma il Sindaco Antonio Bertncello - a parte il discorso di ridefinire a livello di Esecutivo pesi e misure dei criteri di scelta, metteremo in discusione tutta la parte idrogeologica. A differenza di siti ubicati in corrispondenza di grandi fiume come Piave, Livenza e Tagliamento, a Portogruaro c'è il Lemene che non presenta rilevanti rischi».
Infatti nelle Osservazioni presentate dal Comune di Portogruaro si legge: «gli aspetti riguardanti il rischio idrogeologico e l'ambiente nello studio non sono stati adeguatamente indagati, sono stati correlati a studi idraulici generali e non specifici rispetto all'opera da realizzare; non sono stati correttamente pesati fra loro; sono ripetuti e incompleti». Premessa per rimettere in discussione tutto con l'incarico ad un gruppo di tecnici in cui sia presente un medico, l'esperto in viabilità e mobilità, e l'esperto in rischio idraulico.
A questo proposito i sindaci del Portogruarese indicano nell'ingegner Sergio Grego, direttore del Consorzio di Bonifica, come il maggior conoscitore degli aspetti idraulici del Veneto Orientale.
(Fonte: Gazzettino di Venezia - 06.08.2014)
Ospedale, un mese per decidere
Entro settembre i sindaci del Veneto orientale dovranno indicare il sito
Il nodo
Ai Sindaco compete l’indicazione del sito
ma non la scelta politica
sulla decisione di realizzare un ospedale unico
Luciano Striuli ha messo a punto un calendario di incontri
per determinare con i colleghi
la scelta del sito per l’ospedale unico
di Maurizio Marcon
Entro settembre la decisione dei sindaci sul sito in cui edificare l’ospedale unico. In una nota, il presidente della conferenza sindaci sanità, Luciano Striuli, spiega il calendario dei lavori. «I consulenti nominati - ricorda Striuli - completeranno a breve le risposte alle osservazioni pervenute in riferimento alla relazione sull’individuazione del sito per l’Ospedale unico del Veneto orientale.
Sono pervenute richieste di chiarimenti da parte del comune di San Stino di Livenza e osservazioni tardive, che sono comunque in corso di esame, dei Comuni di Portogruaro, San Donà di Piave e Ceggia.
Convocherò entro i primi giorni di settembre l’esecutivo per l’esame di quanto sopra per la fissazione definitiva delle pesature necessarie per la valutazione finale da sottoporre ai sindaci». «Terremo - conclude il presidente Striuli - ove necessario, varie sedute della conferenza dei sindaci, nel mese di settembre prossimo venturo, per la discussione e per la decisione finale».
Con questa nota il presidente Striuli chiarisce in merito al mandato assegnato alla conferenza dei sindaci: decidere il sito dell’ospedale unico, come più volte ribadito dal direttore generale della Asl 10 Carlo Bramezza.
Non spetterebbe, infatti, ai sindaci entrare nel merito se realizzare o meno un unico ospedale o organizzare l’assistenza ospedaliera del territorio su due sedi, San Donà e Portogruaro, in base ad una presunta mancanza di finanziamenti. Compito questo in capo alla regione, che si é espressa attraverso le schede ospedaliere. Un’organizzazione ospedaliera, peraltro, chiesta e condivisa dalla quasi totalità dei primari che in 31 hanno sottoscritto un documento che va in questa direzione.
Sull’argomento intanto si registra un "no" deciso della Spi-Cgil, che paventa lo "svuotamento" dei servizi sanitari nel Portogruarese. Il direttivo dello Spi-Cgil "Lega Lemene" con un documento affronta «gli ultimi sviluppi della situazione riguardante l’organizzazione sanitaria nel territorio del Veneto orientale. La prima questione affrontata è «l’assenza di adeguati finanziamenti e progetti per il nuovo ospedale.
Si vogliono utilizzare, per caso - si chiede al Spi Cgil - i finanziamenti privati come si è fatto per l’ospedale di Mestre»? " Dito puntato anche «sull'iimpoverimento dei presidi ospedalieri esistenti: continua la dequalificazione dei servizi, continuano le fughe "obbligate" verso altri ospedali e verso le strutture private, dentro e fuori la Regione Veneto».
(Fonte. Gazzettino di Venezia – 10.08.2014)
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