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19/08/2014 - La Politica

LA LEGA SALVA BOSSI E FIGLI... TROVATO ACCORDO SU VITALIZIO !

Processo Belsito, alla fine sara' solo lui a pagare, con buona pace dei leghisti

19 Agosto 2014


 

LEGA: Processo Belsito

BARATTI E RICATTI...

SCANDALOSI VITALIZI E SCANDALOSI ACCORDI

IL CARROCCIO SALVA BOSSI E FIGLI

PERCHE' COSI' GLI "CONVIENE" !

 

 

Finite le ferie ma non le ruberie della politica, scandaloso quanto sta succedendo all’interno della Lega con Bossi e figli, si viene a sapere di accordi di un vitalizio al Senatur di 900 mila euro all’anno, per mantenere lo staff di “autisti - infermieri- gorilla e quant’altro gli serve, e mantenere così in maniera “dignitosa” anche lo “status” e l’immagine di fondatore del partito…

In cambio Umberto il buono, non fonderà un altro partito suo (?!), e non farà presentare al “suo” avvocato la parcella di 6 milioni di euro, che equivalerebbero a 12 anni di onorato servizio e relative parcelle di circa 2000 procedimenti legali svolti in difesa della Lega Nord.

Ma Salvini il cattivo, non ha rispettato gli accordi, e dopo avere abbassato il prezzo a 450 mila euro, però mai applicato, ora scende a 200 mila euro, una miseria rispetto alla cifra iniziale, secondo il parere di Bossi, e come dargli torto!

Naturalmente tutto questo in “odore” del Processo Belsito, dove inizialmente la Lega voleva chiedere i “danni” ai Bossi, ma adesso alla luce di questi scambi, si assicura “l’immunità” anche ai figli di Umberto, ossia Riccardo e Renzo, le cui gesta preferisco non menzionare…

Scandaloso e vergognoso solo a pensarlo, ma come si fa a dare tutti quei soldi a uno per permettergli di portare il suo “verbo” in giro per l’Italia, come se quello che dice contasse e servisse a qualcosa, questo è il risultato del finanziamento allegro pubblico ai partiti, una montagna di soldi ricevuti senza merito alcuno, anzi, spesso con insanabili demeriti, soldi di noi cittadini, anche quelli morti di fame e senza più speranza di un cambiamento verso l’equità dei diritti, e la Casta multicolore semplicemente se ne frega, non sono problemi loro, hanno altro a cui pensare, loro si devono spartire, pardon, “accordare”…

Ma come fanno i leghisti ad accettare questo baratti o ricatti,

 ma non hanno un minimo di senso di giustizia ?

Di sicuro loro hanno, o meglio, ce l’hanno sempre duro, almeno così dicono o dicevano, ma non credo sia la stessa cosa… 

 

G.B.

PS.

Non crediate che quanto sopra non c'entri con Portogruaro, "loro" vivono sulla nostra "tolleranza"...

che dobbiamo far diventare

 TOLLERANZA ZERO !

La Casta:

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MALUMORI nel Carroccio

Lo staff di Bossi e le casse vuote
«Ma io non denuncio la Lega»

Salvini: «Processo Belsito,

non chiederò i danni a Umberto e ai figli»

LA MOSSA

 L’avvocato Brigandì avverte via Bellerio:
onorate gli impegni

di Alvise Fontanella

Bossi denuncia la Lega, accuse di truffa del Senatur a Salvini che gli nega il «vitalizio» pattuito. La notizia, diffusa ieri da un quotidiano nazionale, è piombata come un fulmine - anche se non a ciel così sereno - sui militanti spaparanzati in spiaggia.

Ma quando un dirigente della Liga Veneta ha chiamato casa Bossi, a Gemonio, ieri mattina, il Senatur ha risposto secco: «Io non denuncio la Lega neanche morto. Non la denuncerei mai, non l’avete ancora capito?».

In realtà bastava leggere le prime righe dell’atto di citazione, pubblicato in foto dallo stesso quotidiano, per chiarire che non c’era alcuna denuncia di Bossi. «Matteo Brigandì, in proprio» sta scritto sull’atto. Matteo Brigandì è sempre stato l’avvocato di Bossi, ma «in proprio» significa che l’azione legale è intentata da lui stesso, per se stesso. Non per conto di Bossi.

Come in tutte le leggende, un fondo di verità c’è. C’è quello che gli amici più stretti di Bossi definiscono «l’avvilimento» del Senatur per la decisione di Salvini di inserire il partito come parte lesa nel processo sulle dissipazioni dei fondi della Lega.

Ma Salvini ha spiegato: «Non chiederemo i danni a Bossi».

All’udienza, il 10 ottobre, la Lega fa sapere che si costituirà parte civile, ma non contro Bossi e neppure contro i suoi figli:

soltanto contro Belsito, l’ex tesoriere, e gli altri cinque imputati.

E la precisazione rasserena il clima, Bossi assicura che non c’è «nessuna carta bollata» contro Salvini: «Se c’è qualcosa, è di Brigandì, io non c’entro. Io mi fido di Salvini».

E la storia del vitalizio negato? Non si tratta di un vitalizio, ma di un accordo in base al quale il partito paga lo stipendio allo staff del presidente-fondatore. Bossi continua a girare il territorio, tra l’altro i suoi comizi, dopo un periodo di stanca, hanno ricominciato a riempire le piazze. E poiché è nella condizione fisica a tutti nota, il partito, per assicurargli quella che Berlusconi chiamerebbe «l’agibilità politica», paga lo stipendio al suo staff e in particolare ai cinque autisti-assistenti, quattro di stanza a Milano e uno fisso a Roma.

Ma anche la Lega ha la sua "spending review", e così all’inizio dell’estate ha comunicato a Bossi che il budget per lo staff - 400mila euro l’anno - si doveva ridurre. E qui spunta Brigandì: l’ex parlamentare leghista, avvocato storico della Lega nell’era Bossi, e molto legato all’Umberto, tanto da non aver mai mandato neppure una parcella.

Quando Maroni l’ha cortesemente messo fuori della porta, il Brigandì si sarebbe improvvisamente ricordato della parcella, e avrebbe spedito un conticino da sei milioni, poi ritirato nel quadro di un accordo con Salvini che prevedeva la non costituzione di parte civile contro Bossi nel processo sui soldi del partito e anche un fondo per garantire «l’agibilità politica» del presidente.

Tutte cose che la Lega ha finora garantito, ma evidentemente con qualche tentennamento. Ecco perché Brigandì s’è mosso, ricordando che in sospeso c’è sempre quella parcellina. Ha raggiunto l’obiettivo. Per ora.

 

(Fonte: Gazzettino di Venezia)

 


 

Lite Salvini-Bossi

per i soldi al Senatùr

 

Causa sull’assegno da 900 mila euro

per il fondatore della Lega.

Mediazione fallita del veneto Stefani

 

 

VENEZIA Un accordo, sottoscritto tra le parti, per definire i rapporti tra le due anime della Lega Nord: quella che fa capo al fondatore Umberto Bossi e quella legata al nuovo segretario federale Matteo Salvini. Scoppia come una bomba tra le mani del Carroccio, per fortuna lontano da appuntamenti elettorali, il caso del «vitalizio» per il Senatùr destinato a pagare autisti, segreteria e cure mediche.

Secondo quanto riporta Repubblica.it, che pubblica il documento, con l’avvento della segreteria Maroni e dopo lo scandalo sulle spese personali di Bossi pagate con i fondi del partito le due parti avrebbero stabilito un «vitalizio» pari a 900 mila euro l’anno.

In cambio Bossi rinunciava a far valere le pretese dell’ex parlamentare Matteo Brigandì (che, per aver assistito legalmente la Lega per 12 anni in oltre duemila procedimenti, aveva fatto pignorare sei milioni di euro di beni) e s’impegnava a non uscire dalla Lega fondando un nuovo partito.

La Lega avrebbe rinunciato alla costituzione di parte civile nei confronti di Bossi e dei figli nel processo che sta per iniziare nei confronti dell'ex tesoriere Francesco Belsito, dell'imprenditore di San Donà di Piave Stefano Bonet e del commercialista Paolo Scala.

Questo accordo, che risale al 2013, non sarebbe stato onorato da Matteo Salvini, nel frattempo diventato segretario federale: perché il «vitalizio» si sarebbe interrotto nei mesi scorsi, nonostante Bossi e Brigandì avessero rinunciato al pignoramento.

Il 26 febbraio scorso, dopo un lungo negoziato favorito dal segretario amministrativo - l’ex senatore vicentino Stefano Stefani - il nuovo accordo: a Bossi viene garantito un vitalizio di 450 mila euro e il diritto di nomina del 20 per cento dei parlamentari «in posizioni di probabile elezione».

Ma l’accordo, nonostante i buoni uffici di Stefani, viene nuovamente disatteso perché dopo le Europee le casse del Carroccio sono rimaste praticamente vuote. L’offerta della Lega a Bossi, pari a 200 mila euro l’anno, viene giudicata insufficiente per garantire al Senatùr lo «status» di fondatore: autisti, scorta, auto blu e cure mediche.

L’avvocato di Umberto Bossi avrebbe dunque citato avanti al tribunale di Milano l’intero accordo, dando fuoco alle polveri.

Bossi, fermato dai cronisti fuori dalla sua casa di Gemonio, ha risposto: «La Lega non dà un contributo a me, ma paga alcuni uomini, fra cui quelli che mi fanno da autista. Se mi fido? Abbastanza. È un ragazzo che deve farsi un po’ di spalle e se le farà», sottolineando come le baruffe in casa Lega servono unicamente «a favorire Roma, che ha fatto di tutto per distruggere la Lega e farci litigare. Io mica abbocco alle scelte romane».

Il Senatùr ha poi precisato che la Lega non ha ancora detto «ufficialmente» che non si costituirà parte civile nei confronti dei figli Riccardo e Renzo. Poco dopo, una nota della Lega Nord ha puntualizzato che il Carroccio intende costituirsi parte civile solamente nei confronti di Belsito, Bonet e Scala. (d.f.)

 

(Fonte: la Nuova Venezia)

 



 
SCONTRO_INTERNO_AL_PARTITO_MA_BOSSI_NON_DENUNCIA_LA_LEGA_.pdf

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LEGA_NORD_LITE_TRA_SALVINI_E_BOSSI_PER_VITALIZIO_AL_SENATUR_.pdf

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