22 Giugno 2015
E' IL VENETO CHE VOGLIAMO?
EMERGENZA UMANITARIA
INTERVENTO DEL PREFETTO
Caro Sindaco ti scrivo...
e ti avviso!
Una vergogna senza fine...
Nessuno che li vuole, nessuno che vuole rimetterci soldi, nessuno che vuole perdere consensi e voti, “tira” o va di moda il “leghista pensiero”, e visto che hanno guadagnato il potere avendo come “barcone di battaglia” i profughi, che per Zaia sono dei turisti in transito, due su tre non scappano da guerre, ma sono dei clandestini che hanno trovato un modo facile e poco costoso per arrivare in Europa…(parole sue)
Per Zaia la Nigeria è per gli africani come la Svizzera da noi, là si sta bene, qua vengono con i muscoli belli lucidi, occhiali e maglietta firmati, e con in mano l’immancabile cellulare, non è gente che scappa da massacri, magari qualcuno sì, ma come si fa a saperlo, ha detto in piazza a Portogruaro…
In piazza il presidente Zaia ha anche detto che (vedi video) non esiste che sui libri di storia ci siano mai stati tre Consiglieri regionale del nostro territorio, e non è vero, Zaia ha anche detto che prima si fa l’allacciamento della luce e poi si ha l’agibilità, e non è vero, Zaia ha anche detto che abbiamo 180.000 disoccupati, ma non è vero, perché poi nella sfilza di numeri e cifre dati un po' su tutto sono diventati 170.000, e io dovrei credere a un signor Zaia a che ci racconta di queste cose?
La settimana scorsa I nostri Sindaci si sono riuniti a porte chiuse ad Eraclea, lo stesso giorno che il prefetto Domenico Cuttaia ha mandato loro una Circolare (425/GAB), dove indicava le quote di accoglienza che avrebbero dovuto rispettare e che ancora non sono state loro imposte, e nel nostro mandamento così ripartite:
Portogruaro 25, Annone Veneto 4, Caorle 12, Cinto Caomaggiore 3, Concordia Sagittaria 11, Fossalta di Portogruaro 6, Gruaro 3, Pramaggiore 5, San Michele al Tagliamento 12, San Stino di Livenza 13, Teglio Veneto 2.
Di questa riunione ad Eraclea nulla è trapelato, nessun verbale pubblicato, tanto per cambiare, ma comunque si è saputo che in linea di massima nessuno ha dato disponibilità per accogliere i migranti, come definiti dal Prefetto, e allora quest’ultimo ha preso carta e penna e ha scritto una lettera ai signori Sindaci, una lettera della vergogna la definirei io (clicca qui), dove si richiama al senso di dovere e di responsabilità, qualcosa in più che un richiamo all’etica del ruolo politico e istituzionale che hanno, perché Cuttaia ha dovuto ricordare loro che stiamo parlando di gente fatta di carne e ossa, e credo che di peggio non si poteva dire per fare vergognare i destinatari, nostri amministratori locali, che in questa circostanza hanno poco da andare fieri, e da cui io come cittadino, mi dissocio.
Poi abbiamo i Di Meo che usano il video come una “clava”, e che nessuno ferma, dando notizie senza fondamento, smentite da Comunicati stampa (*), e che poi “riabilita” come in questo caso, facendo accostamenti impropri, tanto lui fa i monologhi senza contradditorio, e ogni giorno ci martella dicendoci che siamo invasi dai clandestini, non profughi !
Ma non c’è da stupirsi, a Marco Terenzi che sugli immigrati non ha gradito il trattamento ricevuto dal Direttore, e ha osato dire che questo modo di fare alla fine gli si può ritorcere contro, Di Meo ha risposto: “ Provengo da un Popolo e da una Cultura che sa difendersi e non siamo ai tempi dei nazisti, sa difendersi…basta che lei si colleghi con qualche TV israeliana o radio israeliana, e vede che l’occhio per occhio è il nostro punto fermo!”
Inutile continuare, dopo questo bel dire, mi fermo anch’io.
G.B.
Venezia. 20 Giugno 2015
Ai Sindaci dei Comuni della Provincia di Venezia
Al Commissario del Comune di Caorle
e, p.c. AI Presidente della Regione Veneto
AI Commissario della Provincia di Venezia
LORO SEDI
Con la nota n 425/GAB del 18/6 ho inteso illustrarVi la situazione aggiornata della presenza dei migranti sul territorio provinciale.
Ho ritenuto anche di indicare la quota di accoglienza che spetterebbe a ciascun Comune se si seguisse il criterio di ripartizione dei migranti applicalo per le Regioni e per le provincie.
L 'applicazione di tale criterio non è stato finora possibile per la indisponibililà da parte di numerosi Comuni ad accogliere migranti, in proprie Strutture o in quelle eventualmente individuale con i dipendenti uffici.
Falla salva la collaborazione prestata da alcuni Sindaci i quali si sono resi conto che una disponibililà unanime ali 'accoglienza avrebbe comportato disagi al minimo per tutti, mi sono trovato nella necessità di dover individuare soluzioni alloggiative per poter fronteggiare gli arrivi dei migranti.
Non potendo contare, se non in alcuni casi, sulla assunzione in carico da parte delle strutture comunali ho dovuto rivolgermi delle rispettive quote, ho dovuto rivolgermi ai diversi organismi del volontariato dichiaratisi favorevoli all'accoglienza e, successivamente, a fronte dell'esaurirsi delle strutture alloggiative, ai privati (alberghi, proprietari di edifici) i quali, a loro volta, hanno messo a disposizione propri locali agli organismi di solidarietà sociale, con i quali il mio Ufficio ha dovuto stipulare convenzioni per , fronteggiare l'esigenza in argomento.
Ripeto tutto questo perché, a prescindere da qualsiasi valutazione sulla politica dell'immigrazione che le SS.LL. (come espressione anche della volontà politica delle rispettive comunità territoriali), ritengono di fare, lo scrivente, che, ovviamente, si astiene sempre da qualsiasi considerazione al riguardo. deve, ripeto, deve procedere alla sistemazione dei migranti che qui arrivano o perché assegnati dal Ministero dell’Interno, in attuazione della intesa stipulata il 10 luglio 2014, in sede di Conferenza Unificata, tra Governo Regioni ed Enti Locali, o perché. senza alcun preavviso, vengono scaricati da delinquenti che agiscono via terra a mo’ di scafisti.
Tutto questo significa, e mi dispiace doverlo ribadire. che se i migranti, cioè persone in carne e ossa, non dovessero venire accolti, o meglio, se nel dispositivo di accoglienza dovessero registrarsi delle falle, fatalmente si verificherebbero situazioni analoghe a quelle in atto a Milano, Roma e Ventimiglia, con le conseguenze facilmente immaginabili e sulle quali non mi dilungo.
l Prefetti, pertanto, sempre ricercando la collaborazione degli Enti Locali, si stanno prodigando per fronteggiare il problema che investe i singoli territori e ciò a prescindere dalle strategie che potranno essere elaborale in sede nazionale ed internazionale.
Il problema è: i migranti li abbiamo qui e altri ne arriveranno, dobbiamo quindi trovare una soluzione. possibilmente condivisa.
Un soggetto, istituzionale o non, può essere d 'accordo o contrario sulle scelte strategiche nazionali, ma ciò appartiene al dibattito politico e alla definizione degli indirizzi nelle competenti sedi (Parlamento, Conferenza Stato-Città, Conferenza Stato- Regioni, Conferenza Unificata).
Qui, sul territorio, il problema esiste in carne ed ossa e chi non è d'accordo sull'accoglienza non può dire solo "non sono d'accordo ", perché quel problema potrebbe ritrovarselo, da un giorno all'altro, in tutta la sua drammaticilà.
Un esempio: nei giorni scorsi, dei criminali hanno "scaricato " da un camion una trentina di migranti i quali hanno raggiunto a piedi Ceggia.
Il Sindaco, che ringrazio ancora per la capacità e la tempestività con cui ha affrontato un’emergenza che gli è piombata all'improvviso, si è immediatamente adoperato, personalmente e con la stuttura comunale, per gestire la stuazione, che poi è stata ({affrontata insieme con l'Autorità sanitaria, Le Forze dell'Ordine e la Prefettura.
lo non so se il Sindaco di Ceggia sia favorevole o meno alla politica dell'immigrazione e non mi interessa saperlo. So soltanto che, se fosse stato contrario all'attuale politica dell'immigrazione e si fosse limitato li dire "io sono contrario e non è un problema mio ", l'emergenza, inevitabilmente, si sarebbe spostata davanti alle case dei cittadini.
Essere contrari, quindi, non può significare eludere il problema di affrontare Il tema concreto della presenza fisica sul territorio dei migranti.
Il mio compito non è quello di convincere nessuno, nè intendo imporre comportamenti.
Comunque, se qualche Sindaco non vuole collaborare nell'attuazione dell'accoglienza, pazienza, ne prendo atto facendomi carico, insieme ai miei collaboratori, di tutti gli oneri nella ricerca delle soluzioni praticabili.
Desidero tuttavia avvertire che, individuata la soluzione, essa potrà anche essere criticata, avversata, contestata, ma la sua realizzazione non potrà essere in alcun modo intralciata, perché la Prefettura sta svolgendo la sua funzione pubblica che ha, necessariamente, implicazioni su diversi piani (incolumità delle persone, tutela del diritto alla vita, ordine e sicurezza pubblica, tutela delle condizioni igienico-sanitarie).
Mi sembra superfluo, a questo punto, dover rammentare che i Sindaci, oltre che Capi delle relative Amministrazioni e, come tali, espressione della volontà popolare, sono anche Autorità locali di Pubblica Sicurezza (Iaddove non sia presente un Commissariato di Polizia), Autorità sanitarie locali, Organi locali di protezione civile, Ufficiali di Governo.
Eventuali intralci (che mi limito a considerare come ipotesi puramente virtuali) farebbero ricadere sulla responsabilità personale di chi li avesse posti in essere (responsabilità, ovviamente, non solo amministrativa), le conseguenze negative che dovessero riflettersi sulla comunità.
Comprendo benissimo le situazioni di disagio e, a volte, anche di rabbia ed esasperazione dei cittadini e non mi sottraggo al confronto ogni qualvolta mi venga richiesto. Proprio per questo occorre che a livello istituzionale e, ripeto, pur nella diversità di opinioni, si dia concreta prova della capacità di saper affrontare con pragmatismo i problemi che di volta in volta si pongono.
Ho prima citato il caso emblematico di Ceggia: ebbene, non possiamo permetterci il lusso di affidarci alla sola capacità dei singoli quando si verificano emergenze improvvise, ma è necessario rafforzare il dispositivo che, sia pur faticosamente, da un anno e mezzo circa è stato posto in essere.
Confido, pertanto, che proprio l’amore dei Sindaci per le rispettive comunità consenta di individuare ed attuare soluzioni in grado di preservare in primo uogo i cittadini da qualsiasi rischio.
Con l'innovata cordialità.
Il Prefetto
Domenico Cuttaia
|