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14/12/2016 - Primo piano e Cronaca

SCONTRO TRA SCARPA E MASCARIN SUL REGOLAMENTO DEL CONSIGLIO

Intanto la Famiglia di Via Camucina sta pensando a una Querela per diffamazione

14 Dicembre 2016


 

IL CONSIGLIERE SCARPA ACCUSA:

REGOLAMENTO COMUNALE

NON RISPETTATO !

 

IL PRESIDENTE MASCARIN

RISPONDE CHE NON E' COSI'

 

Però una Famiglia di Via Camucina

viene negativamente "GIUDICATA"

 in Consiglio Comunale in diretta

You Tube /webcam...

 

Senza possibilità di replica si parla di moralità, correttezza, capacità e comportamenti  delle persone...

Ma questo il Regolamento lo vieta !

(E adesso si parla di possibile Querela...)

 

 

Eccoci a parlare di nuovo del caso di Via Camucina, perchè il Consigliere comunale Paolo Scarpa del Gruppo Misto, ha fatto spedito una Lettera di Protesta (clicca qui) per presunta violazione del Regolamento del Consiglio Comunale (clicca qui), dove ha potuto replicare al sindaco Maria Teresa Senatore che era intervenuta “fuori tempo” intervenendo per una seconda volta, che non è prevista…

Siccome si stava discutendo di un argomento delicato che vedeva i Diritti dei Disabili in primo piano, qui fatti contrapporre ai Diritti del Privato, individuati in una Famiglia di Via Camucina, non presente in Aula consiliare, nella cui proprietà privata  (segnalata) sorgono dei pilastri /paracarri che l’Amministrazione comunale vorrebbe spostare, dopo che in un primo tempo ha provato a togliere senza successo per l’intervento dei proprietari stessi, e quest’ultimi non venivano descritti come persone concilianti, tirando in ballo termini quali “questione di civiltà, questione di rispetto”, il consigliere Scarpa avrebbe voluto intervenire a difesa del privato cittadino, in quella occasione esposto suo malgrado a “giudizio pubblico”, sia ai presenti in Sala consiliare che agli utenti on line collegati con You Tube, ma il presidente Gastone Mascarin non gli ha permesso di intervenire, negandogli la parola…

Da qui la lettera di protesta al presidente Mascarin, che nella sua Risposta (clicca qui), in pratica ha detto che tutto si è svolto normalmente, nessuna violazione o mancanza di rispetto verso i Consiglieri, considerato anche quanto successo nel passato in situazioni analoghe, si cerca di non essere troppo fiscali,a volte discostandosi dal Regolamento “ma sempre all'interno di interpretazioni giustificate che andassero verso una gestione regolare dei lavori”. (?!)

Dunque siamo di fronte ad una “delicata” Interrogazione del Gruppo Misto (clicca qui), la cui risposta del Sindaco Senatore in Consiglio (clicca qui), non è la stessa riportata negli Atti (clicca qui), perché guarda caso, manca proprio questo contestato secondo intervento della Senatore, che ha fatto nascere la discussione sul rispetto e applicazione del Regolamento da parte del consigliere Scarpa…

Lo scambio epistolare di “accusa e difesa” tra Scarpa e Mascarin, già di per sé “impegnativo”, non prende in considerazione un altro aspetto molto importante, che a mio avviso si è violato, non una banale questione tecnica /burocratica di applicazione di qualche articolo o comma del Regolamento, ma bensì la mancata applicazione di tutela della persona, nel casi si parli di aspetti morali, come potete leggere un estratto di seguito:

Art. 60 - Adunanze segrete. 

1.         L’adunanza del Consiglio Comunale si tiene in forma segreta quando vengono trattati argomenti che comportano apprezzamento della capacità moralità, correttezza di persone o sono esaminati fatti e circostanze che richiedono valutazioni delle qualità morali e delle capacità professionali di persone.

2.         Quando nella discussione di un argomento in seduta pubblica siano introdotte valutazioni sulla moralità, correttezza, capacità e comportamenti di persone, il Presidente invita i Consiglieri a chiuderla, senza ulteriori interventi. Il Consiglio, su proposta motivata di almeno tre Consiglieri può deliberare, a maggioranza di voti, il passaggio in seduta segreta per continuare il dibattito. Il Presidente, prima di autorizzare la ripresa dei lavori, dispone che le persone estranee al Consiglio, escluse quelle di cui al successivo comma, escano dall’aula.

Dunque, se quanto sopra ha il suo valore, c’è da chiedersi se quanto successo in Consiglio Comunale il 31.10.2016, non rientri nell’articolo 60 e pertanto per tutelare la Famiglia in questione, suo malgrado coinvolta in questo contenzioso, si sarebbe dovuto sospendere il Consiglio per andare verso una Adunanza segreta, evitando titoli di Giornali imbarazzanti del tipo “Il Comune pensa ai disabili, il privato si oppone” (clicca qui), che molta amarezza e dolore hanno provocato a coloro che si sono visti additati come se fossero dei mostri…

Concludo dicendovi che questa assurda vicenda ha creato non pochi problemi alla Famiglia di Via Camucina, tanto da non farla dormire alla notte per il dispiacere, poi di ansia e stress non parliamone, che non la storia “fantozziana” della Ordinanza emessa ma fino adesso non eseguita, altro non fa che prolungare questa sfibrante incertezza sul cosa accadrà, e in attesa della Risposta del Tar, a cui si sono rivolti, e avendo saputo che il Comune si è rivolto in questa fase ad uno Studio legale, benchè non ce ne fosse apparente bisogno, impiegando una previsione di spesa di €15.500, mi è stato confidato e autorizzato di dire, che hanno dato mandato agli avvocati Liut e Giraldo di accertare se ci sono i presupposti per una Querela nei confronti del Sindaco per quanto detto in Consiglio comunale nei loro confronti, ed essendosi sentiti "sotto attacco", anche verso tutti coloro che hanno “invaso” la loro proprietà senza averne titolo e diritto, in tal caso, adesso sì il Comune deve per forza rivolgersi ad un avvocato, ma guarda un po’ dove siamo arrivati… e per colpa di chi?

 

 

G.B.

 


 

ESTRATTO DAL REGOLAMENTO DEL CONSIGLIO COMUNALE

 

Capo III

PUBBLICITA’ DELLE ADUNANZE

 

 

Art. 59 - Adunanze pubbliche

1. Le adunanze del Consiglio Comunale sono pubbliche, salvo quanto stabilito dall’art. 60.

2. Nell’apposito spazio riservato al pubblico, chiunque può assistere alla adunanze.-

Art. 60 - Adunanze segrete.

1. L’adunanza del Consiglio Comunale si tiene in forma segreta quando vengono trattati argomenti che comportano apprezzamento della capacità moralità, correttezza di persone o sono esaminati fatti e circostanze che richiedono valutazioni delle qualità morali e delle capacità professionali di persone.

2. Gli argomenti da esaminare in seduta segreta sono precisati nell’ordine del giorno dell’adunanza.

3. Quando nella discussione di un argomento in seduta pubblica siano introdotte valutazioni sulla moralità, correttezza, capacità e comportamenti di persone, il Presidente invita i Consiglieri a chiuderla, senza ulteriori interventi. Il Consiglio, su proposta motivata di almeno tre Consiglieri può deliberare, a maggioranza di voti, il passaggio in seduta segreta per continuare il dibattito. Il Presidente, prima di autorizzare la ripresa dei lavori, dispone che le persone estranee al Consiglio, escluse quelle di cui al successivo comma, escano dall’aula.

4. Durante le adunanze segrete possono restare in aula, oltre ai componenti del Consiglio e al Segretario Comunale, il Vice Segretario e altri dirigenti, funzionari o dipendenti comunali autorizzati dal Presidente, vincolati al segreto d’ufficio.

 


 

Città di Portogruaro

Città Metropolitana di Venezia

 

 

                                                        Al Sig. Scarpa Bonazza Buora Paolo

                                                        Borgo San Giovanni 15

                                                        PORTOGRUARO

 

                                          e.p.c.     Al Sig. Scarpa Bonazza Buora Paolo

                                                        Borgo San Giovanni 15

                                                        PORTOGRUARO

 

                                                        Al Sig. Sindaco

                                                                      Ai Sigg. Capigruppo Consiliari

                                                                      Ai Sigg. Consiglieri Comunali

                                                        Al Sig. Segretario Generale

                                                              Loro Sede

 

0045802

 

18  NOVEMBRE  2016

 

 

Gentile Consigliere,

ho letto attentamente la nota da Lei inviatami in data 04/11/2016 protocollo numero 0043639 con la quale ha inteso, in sostanza, rimarcare una mia errata interpretazione del regolamento riguardante le interrogazioni e voluto segnalare, a suo personale parere, un mio arbitrario e prepotente atteggiamento nei suoi confronti.

Come vede, ho voluto estrapolare quello che credo essere il sunto della sua nota, senza riportare articoli o commi, perchè, personalmente, ritengo la risposta che ho inteso fornirLe espressione di interpretazioni e non di soli meri paragrafi regolamentari.

Fin dalla mia elezione a Presidente del Consiglio, memore delle esperienze maturate nei precedenti due mandati come Consigliere Comunale, ho immaginato che fosse impossibile non arrivare a situazioni come quella da Lei contestate perchè, a mio parere, fanno semplicemente parte del contesto politico.

Quello che Le assicuro è che comunque ho sempre interpretato ed eseguito il ruolo con la massima onestà intellettuale nei confronti di tutti, e sottolineo tutti, i Consiglieri Comunali.

A conferma di ciò voglio riportare il fatto che nei Consigli da me presieduti ci si è discostati dal regolamento in diverse occasioni e verso più Consiglieri, ma sempre all'interno di interpretazioni giustificate che andassero verso una gestione regolare dei lavori.

Credo sia giusto riportare alcune situazioni a dimostrazione di quanto sopra detto e quindi ricordo che più Consiglieri hanno utilizzato le "comunicazioni" in maniera diciamo ampia rispetto al dettato del regolamento.

Come sicuramente ben ricorda a questi Consiglieri ho fatto presente il comportamento e chiesto maggior correttezza in futuro.

Lei stesso, Consigliere Scarpa, ha utilizzato il "fatto personale" più volte e, Le assicuro, non sempre in maniera consona al paragrafo del regolamento, ma, convinto fosse fatto nella buona fede e per chiedere risposte più esaustive, Le ho lasciato il tempo di esprimersi.

Nel caso specifico è previsto che dopo la risposta ad una interrogazione un Consigliere, a nome del gruppo, esprima soddisfazione o meno. Nell'intervento del Sindaco, successivo alla dichiarazione del Consigliere Gradini, troviamo solo il ribadire, perchè era già stato dichiarato nella risposta, il proprio impegno a risolvere la questione e quindi non era intervenuto alcun altro concetto meritevole di riapertura della discussione.

Questa è stata la mia interpretazione e tuttora, dopo aver letto la traduzione degli interventi fatti in Consiglio Comunale, sono ancora fermamente convinto di aver interpretato correttamente, non il regolamento, ma bensì la discussione in relazione al regolamento.

Certo della Sua comprensione sulla mia scelta, Le confermo il massimo rispetto per la Sua persona e mi auguro che questo episodio non leda il rapporto di reciproca stima che ci lega da tempo.

Cordiali saluti

                                                                Il Presidente del Consiglio

                                                                     Gastone Mascarin

 

 


 

 

COMUNE DI PORTOGRUARO (Prov. VE)

PROTOCOLLO GENERALE Tipo E

NUMERO 0043639 DEL 04/11/2016

 

Paolo Scarpa Bonazza Buora

Consigliere Comunale

 

Alla cortese attenzione dell'Ill.mo Signor Presidente del Consiglio Comunale di Portogruaro

 

E per conoscenza:

 

AI Signor Sindaco di Portogruaro

Ai Signori Capigruppo

Ai Signori Consiglieri Comunali

AI Segretario Generale del Comune di Portogruaro

 

Illustre Presidente,

mi rivolgo alla S.V. in ossequio dell'articolo 4 del REGOLAMENTO del Consiglio Comunale, tuttora vigente.

Tale articolo disciplina l'interpretazione del Regolamento.

Mi riferisco alla determinazione da Lei assunta in occasione dell'adunanza del Consiglio Comunale del giorno 31 Ottobre 2016 allorquando Ella, Presidente, discostandosi da quanto chiaramente prescritto dal Regolamento ( articolo 39 - Il Modalità di discussione delle mozioni, domande di attualità, INTERROGAZIONI ed interpellanze, ordini del giorno), ha ritenuto di concedere nuovamente la parola al Sindaco, il quale aveva già risposto all'interrogazione dei Consiglieri del Gruppo MISTO relativa alla recente vicenda di Via Camucina, letta ed illustrata dalla Consigliera Manzato. Come certamente Ella sa ed alla stregua di quanto prescritto dal Regolamento ( articolo 39, commi 6 e 12 ), le interrogazioni sono Il lette ed illustrate dal presentatore, quindi il Sindaco o l'Assessore delegato risponde ed infine l'interrogante replica per dichiarare se è soddisfatto o non soddisfatto". Il Le interrogazioni non danno luogo, IN OGNI CASO, a discussione. Il Questa è la norma, Signor Presidente.

Ella invece, in patente contrasto con le disposizioni regolamentari, al termine della replica del Consigliere Gradini, Capogruppo del Gruppo MISTO, ha concesso nuovamente e per la seconda volta la parola al . Sindaco. Questa Sua decisione ha così portato all'apertura di una discussione, circostanza per l'appunto espressamente vietata dal Regolamento nel caso della trattazione di un'interrogazione ( articolo 6 ).

Per questo motivo il sottoscritto, avendo riscontrato un'anomalia, le aveva chiesto di intervenire subito dopo la conclusione del secondo intervento del Sindaco, sul merito del quale in questa sede non mi pronuncio. Intendevo infatti farle notare , Signor Presidente, come Ella avesse interpretato in modo arbitrario e non corretto il Regolamento. Ella, per contro, mi ha negato la parola. E ciò nonostante le mie proteste a lei ed a tutti evidenti , certamente mantenutesi nell'ambito della corretta espressione nel quadro di una dialettica in ambito consiliare.

Il fatto che Ella mi abbia negato la parola in tale circostanza non assume - mi creda - alcuna rilevanza personale. Ma qui, e ciò rileva, Ella, così facendo, ha commesso un altro errore e non ha applicato il Regolamento. Difatti il comma 5 dell'articolo 4 recita testualmente: " le eccezioni sollevate dai Consiglieri Comunali durante l'adunanza, relative all'interpretazione di norme del presente Regolamento da applicare per la trattazione di argomenti iscritti all'ordine del giorno, sono sottoposte al Presidente. Egli sospende brevemente la seduta e riunisce i Capigruppo presenti in aula per esaminare e risolvere le eccezioni sollevate ".

Anche su questo punto il Regolamento è chiaro e non lascia spazio ad interpretazioni. E' sufficiente applicarlo. Ma Ella mi ha impedito di parlare in modo decisamente Il sbrigativo" e dunque mi ha impedito di sollevare le mie doverose eccezioni in relazione alla Sua interpretazione, rectius non applicazione, del Regolamento.

Ella ha così deciso arbitrariamente di non concedermi la parola , obbligandomi ad elevare protesta, acciocchè il sottoscritto, intendendo esercitare un suo elementare diritto in quanto Consigliere Comunale potesse brevemente farle rilevare la palese non corrispondenza delle Sue determinazioni al chiaro ed inequivocabile dettato regolamentare. Così facendo, Ella ha mancato di applicare il Regolamento per la seconda volta nello spazio di pochi istanti , discostandosi quantomeno dalla prescrizione contenuta al comma 4 dell'articolo 9, nella parte in cui il comma stesso recita che" il Presidente dispone che i lavori si svolgano osservando il presente Regolamento ". Difatti proprio lei non ha osservato il Regolamento.

A questo punto mi permetto rispettosamente di richiamare all'attenzione della S.V. anche il comma 7 dell'articolo 9 del Regolamento che testualmente recita: Il Nell'esercizio delle sue funzioni il Presidente si ispira a criteri di imparzialità, intervenendo a difesa del Consiglio e dei singoli Consiglieri ". Ciò significa che lei è anche tenuto a non fare distinzioni tra questo o quel Consigliere owero se questi è appartenente alla maggioranza od alla minoranza. la richiamata prescrizione altresì evidentemente impone al Presidente di difendere le prerogative del singolo Consigliere e dell'intero Consiglio Comunale nei confronti dell'esecutivo, garantendo così un perfetto equilibrio di poteri.

Ebbene, Presidente, mi pare quantomeno opinabile ( sic ) che Ella, almeno in questa circostanza, abbia fedelmente seguito la prescrizione richiamata , e ciò per almeno due motivi. In primis, concedendo al Sindaco la parola per la seconda volta nel corso della trattazione di un'interrogazione; ciò non poteva non produrre uno squilibrio a favore dell'istituzione interrogata, offrendole Il l'ultima parola ", anche se ciò, come abbiamo visto, le è chiaramente vietato dal Regolamento. Ed è tantopiù rilevante perché Ella ha commesso questa azione nella consapevolezza della ripresa in diretta video dell'adunanza. In altre parole, Ella ha spettacolarizzato una Sua palese violazione del Regolamento, rendendola di pubblico dominio.

In ogni caso, questa Sua decisione integra una grave limitazione alla possibilità ed al diritto di sindacato ispettivo da parte dei Consiglieri Comunali. Ella certamente sa , infatti, che il sindacato ispettivo è un diritto costituzionalmente garantito e protetto in qualsiasi ordinamento, in qualsiasi assemblea rappresentativa non solo in Italia, ma in ogni Paese civile e democratico.

Inoltre, illustre Presidente, decidendo di non concedere la parola al sottoscritto dopo il secondo ( e viziato) intervento del Sindaco, Ella ha mancato di garantire ad un Consigliere Comunale il DIRIDO di esporre al Presidente ed all'intera Assemblea i motivi per i quali il Regolamento non sarebbe stato da Lei osservato e fatto osservare. Anzi, Ella ha sbrigativamente inteso tacita re il Consigliere minacciandolo di espellerlo dall'Aula, e ciò solo perché il Consigliere stesso cercava di difendere un diritto non solo suo, ma di ogni

Consigliere. Ed Ella sa bene, in ogni caso, che il Regolamento non Le conferisce certo l'autorità di espellere un Consigliere per il fatto' stesso di rivendicare un proprio diritto o di voler far rispettare il Regolamento.

Questi sono i fatti. Ho doverosamente protestato con veemenza e mi sono visto costretto ad abbandonare la seduta per testimoniare la più totale contrarietà a tale modus operandi e per difendere le prerogative del Consiglio Comunale i cui lavori richiedono una scrupolosa osservanza del Regolamento.

Alla luce di questi fatti, documentati, sono a chiedere alla S.V. un dovuto riscontro nelle forme previste dal Regolamento, auspicando altresì che tali deplorevoli modalità di conduzione . dei lavori consiliari non abbiano é! riprodursi. In tal caso mi vedrei costretto a procedere anche diversamente e ciò a tutela dei ." singoli Consiglieri, dei Gruppi e dell'intero Consiglio Comunale, massimo Organo dell'Ente ( articolo 2 del Regolamento ).

Nell'occasione La prego di gradire i sensi della mia più alta considerazione.

 

 

Paolo SCARPA BONAZZA BUORA

Consigliere Comunale di Portogruaro

 

 

PORTOGRUARO,4 NOVEMBRE 2016

 


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