14 Dicembre 2016
A CAORLE
GLI INTERESSI DELLA ‘NDRANGHETA
SUL VILLAGGIO TERMALE
Comunicato Stampa
L’allarme sulle infiltrazioni criminali in Veneto, in particolar modo l’infiltrazione mafiosa, è una realtà quanto mai attuale nella nostra Regione e sarebbe un errore gravissimo abbassare la guardia proprio adesso, sottovalutando un fenomeno allarmante e dai risvolti molto pericolosi.
Le recenti indagini del nucleo dei carabinieri di Fiorenzuola d’Arda hanno evidenziato gli interessi criminali di cosche della ndrangheta attive in diverse imprese edili, in particolare sui cantieri di Caorle dove avrebbe messo le mani Raffaele Oppido, interlocutore di Claudio Casella, titolare quest’ultimo della Caorle Investimenti Srl, società incaricata di realizzare il cd. «Villaggio le terme”.
Non è difficile immaginare come un progetto da 200 milioni di euro abbia fatto gola alla criminalità organizzata, che sarebbe arrivata perfino a minacciare di morte il sindaco e alcuni consiglieri della città, pur di realizzare la mega struttura.
La vicenda di Caorle non è un episodio isolato e oggi sappiamo con certezza, anche dalle relazioni presentate dai prefetti e dagli investigatori, che la ‘ndrangheta è particolarmente attiva nel settore edilizio avendo puntato gli occhi sul ciclo del cemento.
Per questo motivo ho depositato un’interrogazione in Parlamento (*) per sapere dal Ministro dell’interno quali iniziative intenda assumere per contrastare il rischio di infiltrazioni mafiose nel progetto del Villaggio termale di Caorle, anche ricorrendo alle interdittive dei Prefetti.
A rischio ci sarebbe la tenuta delle stesse istituzioni democratiche del nostro Paese.
Deputata alla Camera
Arianna Spessotto
Atto Camera
Interrogazione a risposta scritta 4-14916
presentato da
SPESSOTTO Arianna
testo di
Martedì 6 dicembre 2016, seduta n. 711
— Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'interno . — Per sapere – premesso che:
la presenza attiva della criminalità organizzata a Caorle (VE) e nel Veneto orientale è stata al centro di una recente informativa dei carabinieri di Fiorenzuola d'Arda (Piacenza), che ha ricostruito la presenza di una cosca legata alla ‘ndrangheta calabrese nelle regioni Veneto e Emilia Romagna;
le indagini hanno evidenziato interessi criminali di soggetti collegati alla ‘ndrangheta in diverse imprese edili, in particolare sui cantieri di Caorle dove avrebbe messo le mani Raffaele Oppido, interlocutore di Claudio Casella, titolare quest'ultimo della Caorle Investimenti srl;
tale società è stata incaricata di realizzare il cosiddetto «Villaggio le terme di Caorle», un progetto da 200 milioni di euro, sottoscritto nel 2007 tra l'amministrazione comunale e la Caorle Investimenti srl, e recentemente sottoposto a rinnovo il 14 novembre 2016 con l'approvazione dell'accordo urbanistico da parte del consiglio comunale di Caorle;
nel dicembre 2013, è stato eliminato dal programma della giunta di Caorle il punto che stabiliva la possibilità di rivedere le previsioni urbanistiche del progetto del Villaggio delle Terme;
secondo alcuni consiglieri comunali, che avevano promosso quel punto nel programma della giunta, tale cambio di rotta da parte dell'esecutivo si spiegherebbe con le pesanti minacce, anche di morte, indirizzate al sindaco e agli stessi consiglieri, per stralciare dal programma della giunta il punto relativo alla revisione urbanistica del Villaggio;
in seguito alla denuncia dei consiglieri comunali il prefetto di Venezia a sollecitato le forze dell'ordine ad aumentare l'attenzione e i controlli per prevenire le intimidazioni della criminalità organizzata nel territorio del Veneto orientale;
la vicenda di Caorle non è un episodio isolato e richiama alla memoria altri fatti molto preoccupanti, accaduti sempre nella cittadina veneziana, come l'attentato incendiario a due auto della polizia municipale nel giugno del 2013 e nell'ottobre dello stesso anno il lancio di una molotov contro lato di un residente;
più in generale, la zona costiera del Veneto orientale è stata teatro di diversi raid malavitosi che hanno colpito i cantieri della zona e sono numerose le inchieste che hanno evidenziato il radicamento delle organizzazioni mafiose in Veneto e l'intensa attività, in particolare di derivazione camorrista, nella zona del litorale, spesso favorita dalla sottovalutazione del fenomeno da parte delle istituzioni politiche e dall'assenza di efficaci azioni di prevenzione e contrasto da parte delle autorità competenti;
anche Legambiente e l'Osservatorio ambiente e legalità hanno di recente pubblicato un dossier, sottolineando come la spregiudicata cementificazione del litorale veneto si sia intrecciata con l'operatività di organizzazioni criminali, soprattutto camorriste –:
se siano a conoscenza della vicenda esposta in premessa e quali iniziative urgenti intendano assumere, per quanto di competenza, per escludere il pericolo di infiltrazioni mafiose nel progetto «Villaggio le terme di Caorle»;
se, alla luce dei dati che confermano il preoccupante fenomeno di infiltrazione mafiosa nella regione Veneto, non ritengano sussistere un vero e proprio rischio per la tenuta delle istituzioni democratiche derivante dal radicamento delle organizzazioni criminali nel settore delle grandi opere in questa regione;
se il Governo non ritenga che il ricorso alle interdittive dei prefetti potrebbe dimostrarsi uno strumento utile per contrastare il fenomeno di inserimento dei gruppi mafiosi in importanti appalti pubblici, prestando particolare attenzione a quanto accaduto in relazione al Villaggio termale di Caorle, e come mai non si sia fatto ricorso a questo strumento anche per il Veneto. (4-14916)
(Fonte: Arianna Spessotto - Camera dei Deputati.it)
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