23 Novembre 2010
Un nuovo lavoro di ricerca storica di colei che è stata anche la mia insegnante... G.B.
PRESENTAZIONE DEL LIBRO VENERDI 26 NOVEMBRE 2010 ORE 17,30
NELLA SALA CONSILIARE DEL PALAZZO MUNICIPALE DI PORTOGRUARO
“Emigrazione dal Veneto Orientale tra Ottocento e Novecento”
Autori: Imelde Rosa Pellegrini – Ugo Perissinotto
Piccola prefazione: I notabili del tempo li definiscono sovente
“villici illetterati”, “indigenti di comprovata miserabilità”.
Muovono in prevalenza dalle zone più depresse del territorio, dove il processo di bonifica sta movendo nell’ultimo trentennio dell’Ottocento i suoi primi passi risolutivi, a seguito di una legislazione in grado ora di affrontare meglio il problema del risanamento del territorio a seguito del compimento dell’unità nazionale e della privatizzazione delle “comugne” che rendono possibile l’avvio del processo di capitalizzazione della terra.
Vanno nelle “Austrie” e nelle “Germanie” dove è in atto la prima rivoluzione industriale o nelle fattorie dell’America latina, specie in Brasile, a sostituire la manodopera degli schivi negri appena liberati . Li spinge il desiderio di assicurare ai figli più cibo e più dignità, anche se spesso incontrano lungo le strade del mondo rifiuto e pregiudizio.
Ci parlano ancora, a distanza di tanti anni, dalle carte ingiallite degli archivi comunali e parrocchiali locali, dai giornali d’epoca, dalle lettere che con stentata grafia scrivono dai lontani luoghi di emigrazione, spesso controfirmati da una croce.
Il libro ricostruisce con puntualità e rigore questa epopea di popolo , evidenziando nel contempo il volto del Veneto orientale tra la fine dell’Ottocento e la vigilia della prima guerra mondiale che ha dato il via alla prima emigrazione di massa.
Sono reperibili nei vari capitoli dati statistici, riferimenti bibliografici precisi che danno al lettore la possibilità di approfondire ulteriormente le varie tematiche affrontate. La complessità del fenomeno migratorio quale si determina tra Ottocento e Novecento nel Veneto orientale emerge chiaro nella ricostruzione delle vicende che gli sono sottese: lo scontro tra interessi diversi, tra agrari e manovalanza , tra valori arcaici e l’emergere di nuove aspirazioni libertarie, tra sindacalismo cattolico e laico, tra il dispiegarsi di nuove forme di sfruttamento che coinvolge anche i minori e il lento affermarsi di più solidi principi di giustizia sociale.
Alle voci dei primi emigranti si affiancano quelle delle generazioni che di questo primo esodo hanno raccolto i frutti nei lontani paesi, le generazioni dei figli e dei nipoti che, portandosi appresso i segni valoriali della terra di origine dei loro padri, hanno dato, poi, nel nuovo mondo un importante contributo di lavoro, di impegno sociale, di civiltà: si veda la copiosa antologia che ci restituisce tracciati di vita delle terze, quarte, quinte generazioni, il cui cognome è ancora presente negli attuali elenchi telefonici dei nostri paesi.
Merita sottolineare il grande valore dell’apparato fotografico che correda l’opera: si tratta di immagini inedite , che ci parlano della prima emigrazione locale in modo eloquente più e meglio di quanto non riescano a fare pagine e pagine di parole.
Rosa Imelde Pellegrini
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