1 Gennaio 2018
NOTA - Sotto i testi integrali del messaggio di fine anno del presidente Mattarella, e il discorso di Beppe Grillo (M5S), a seguire i video dei loro attesi interventi... interessante capire e confrontarne il contenuto, anche in vista delle prossime elezioni che ci porteranno al voto... G.B.
Messaggio di fine anno 2017 del Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella
Care concittadine e cari concittadini, un saluto cordiale e un grande augurio. A tutti coloro che sono in Italia e agli italiani che si trovano all’estero.
Tra poco, inizierà il 2018.
Settant’anni fa, nello stesso momento, entrava in vigore la Costituzione della Repubblica, con il suo patrimonio, di valori, di principi, di regole, che costituiscono la nostra casa comune, secondo la definizione di uno dei padri costituenti.
Su questi valori, principi e regole si fonda, e si svolge, la nostra vita democratica. Al suo vertice, si colloca la sovranità popolare che si esprime, anzitutto, nelle libere elezioni. Come sapete ho firmato il decreto che conclude questa legislatura del Parlamento e, il 4 marzo prossimo, voteremo per eleggere le nuove Camere.
E’ stato importante rispettare il ritmo, fisiologico, di cinque anni, previsto dalla Costituzione.
Insieme ad altri esiti positivi, andremo a votare con una nuova legge elettorale approvata dal Parlamento, omogenea per le due Camere.
Le elezioni aprono, come sempre, una pagina bianca: a scriverla saranno gli elettori e, successivamente, i partiti e il Parlamento. A loro sono affidate le nostre speranze e le nostre attese.
Mi auguro un’ampia partecipazione al voto e che nessuno rinunzi al diritto di concorrere a decidere le sorti del nostro Paese.
Ho fiducia nella partecipazione dei giovani nati nel 1999 che voteranno per la prima volta. Questo mi induce a condividere con voi una riflessione.
Nell’anno che si apre ricorderemo il centenario della vittoria nella Grande guerra e la fine delle immani sofferenze provocate da quel conflitto.
In questi mesi di un secolo fa i diciottenni di allora – i ragazzi del ’99 – vennero mandati in guerra, nelle trincee. Molti vi morirono.
Oggi i nostri diciottenni vanno al voto, protagonisti della vita democratica. Propongo questa riflessione perché, talvolta, corriamo il rischio di dimenticare che, a differenza delle generazioni che ci hanno preceduto, viviamo nel più lungo periodo di pace del nostro Paese e dell’Europa.
Non avviene lo stesso in tanti luoghi del mondo. Assistiamo, persino, al riaffacciarsi della corsa all’arma nucleare.
Abbiamo di fronte, oggi, difficoltà che vanno sempre tenute ben presenti. Ma non dobbiamo smarrire la consapevolezza di quel che abbiamo conquistato: la pace, la libertà, la democrazia, i diritti.
Non sono condizioni scontate, né acquisite una volta per tutte. Vanno difese, con grande attenzione, non dimenticando mai i sacrifici che sono stati necessari per conseguirle.
Non possiamo vivere nella trappola di un eterno presente, quasi in una sospensione del tempo, che ignora il passato e oscura l’avvenire, così deformando il rapporto con la realtà. La democrazia vive di impegno nel presente, ma si alimenta di memoria e di visione del futuro.
Occorre preparare il domani. Interpretare, e comprendere, le cose nuove. La velocità delle innovazioni è incalzante; e ci conduce in una nuova era, che già cominciamo a vivere. Un’era che pone anche interrogativi sul rapporto tra l’uomo, lo sviluppo e la natura. Basti pensare alle conseguenze dei mutamenti climatici, come la siccità, la limitata disponibilità di acqua, gli incendi devastanti.
Si manifesta, a questo riguardo, una sensibilità crescente, che ha ricevuto impulso anche dal magistero di Papa Francesco, al quale rivolgo gli auguri più fervidi
Cambiano gli stili di vita, i consumi, i linguaggi. Mutano i mestieri, e la organizzazione della produzione. Scompaiono alcune professioni; altre ne appaiono.
In questo tempo, la parola “futuro” può anche evocare incertezza e preoccupazione. Non è stato sempre così. Le scoperte scientifiche, la evoluzione della tecnica, nella storia, hanno accompagnato un’idea positiva di progresso.
I cambiamenti, tuttavia, vanno governati per evitare che possano produrre ingiustizie e creare nuove marginalità.
L’autentica missione della politica consiste, proprio, nella capacità di misurarsi con queste novità, guidando i processi di mutamento. Per rendere più giusta e sostenibile la nuova stagione che si apre.
La cassetta degli attrezzi, per riuscire in questo lavoro, è la nostra Costituzione: ci indica la responsabilità nei confronti della Repubblica e ci sollecita a riconoscerci comunità di vita. L’orizzonte del futuro costituisce, quindi, il vero oggetto dell’imminente confronto elettorale. Il dovere di proposte adeguate – proposte realistiche e concrete - è fortemente richiesto dalla dimensione dei problemi del nostro Paese.
Non è mio compito formulare indicazioni.
Mi limito a sottolineare, ancora una volta, che il lavoro resta la prima, e la più grave, questione sociale. Anzitutto per i giovani, ma non soltanto per loro. E’ necessario che ve ne sia in ogni famiglia. Al tempo stesso va garantita la tutela dei diritti e la sicurezza, per tutti coloro che lavorano.
Tanti nostri concittadini vivono queste festività in condizioni di disagio, per le conseguenze dei terremoti, che hanno colpito larga parte dell’Italia centrale. A loro desidero far sentire la vicinanza di tutti. Gli interventi per la ripresa e la ricostruzione proseguono e, talvolta, presentano difficoltà e lacune. L’impegno deve continuare in modo sempre più efficiente fino al raggiungimento degli obiettivi.
Esprimo solidarietà ai familiari delle vittime di Rigopiano e della alluvione di Livorno; ai cittadini di Ischia, che hanno patito gli effetti di un altro sisma. E a tutti coloro che, nel corso dell’anno, hanno attraversato momenti di dolore.
Un pensiero particolare va ai nostri concittadini vittime dell’attentato di Barcellona. Il loro ricordo, unito a quello delle vittime degli attentati all’estero degli anni precedenti, ci rammenta il dovere di mantenere la massima vigilanza nella lotta al terrorismo.
Riguardo a questo impegno, vorrei ribadire la riconoscenza nei confronti delle nostre Forze dell’Ordine, dei nostri Servizi di informazione, delle Forze Armate, ripetendo le stesse parole di un anno fa: “Anche nell’anno trascorso hanno operato, con serietà e competenza, perché in Italia si possa vivere con sicurezza rispetto a quel pericolo, che esiste ma che si cerca di prevenire”.
Si è parlato, di recente, di un’Italia quasi preda del risentimento.
Conosco un Paese diverso, in larga misura generoso e solidale. Ho incontrato tante persone, orgogliose di compiere il proprio dovere e di aiutare chi ha bisogno. Donne e uomini che, giorno dopo giorno, affrontano, con tenacia e con coraggio, le difficoltà della vita e cercano di superarle.
I problemi che abbiamo davanti sono superabili. Possiamo affrontarli con successo, facendo, ciascuno, interamente, la parte propria. Tutti, specialmente chi riveste un ruolo istituzionale e deve avvertire, in modo particolare, la responsabilità nei confronti della Repubblica.
Vorrei rivolgere, in chiusura, un saluto a quanti, questa sera, non stanno festeggiando perché impegnati ad assolvere compiti e servizi essenziali per tutti noi: sulle strade, negli ospedali, nelle città, per garantire sicurezza, soccorso, informazione, sollievo dalla sofferenza.
A loro, ringraziandoli, esprimo un augurio particolare.
Auguri a tutti; e Buon anno.
MOVIMENTO 5 STELLE
Discorso di fine 2017 di Beppe Grillo
Sono un po’ sconcertato perché vedo come sta scomparendo il senso dell'umorismo, del non prendersi troppo sul serio, il senso della comicità. E’ drammatico che un giornalista dica, con una serietà pazzesca, di stare attenti ai botti di capodanno perché sono stati introdotti sul mercato dei nuovi tipi di esplosivi, tipo petardi, e si chiamano “Kim ‘o coreano”. (Il giornalista) E’ andato avanti normalmente dicendo Kim ‘o coreano e non l’ha neanche sottolineato con un piccolo sorriso. Kim ‘o coreano chi l'avrà fatto? Kim ‘o coreano che è un trick e track??
Questa scomparsa del senso dell'umorismo mi terrorizza. E’ questo che mi terrorizza! Dove non c’è più umorismo non c'è umanità.
Ora io sono qua per darvi un augurio sereno di quest'anno che se ne sta andando. Quest’anno, questo 2017 che se ne va proprio in forma anche discreta, camuffata forse…così sottomessa e per non dare nell'occhio si scioglie con il 2018. Non dicono niente questi due fetenti che si stanno unendo in questa diarrea culturale, economica, politica in qualcosa di nulla. E’ una staffetta congelata, immobile. E dovremo andare a votare queste strane non persone, “metapersone”, con queste facce di vetroresina che quando sono espressive sono espressive come un cofano di una twingo del 1980? Quindi dovremo scegliere tra queste persone che si inventano lì per lì dei programmi: e i vecchi, e i giovani, il lavoro e l'economia, l'unità, la serenità… Quando non c'è neanche più l'auto presa in giro di niente!
Guardate noi affrontiamo questo 2018 con un po’ più di allegria, di serenità, un po’ più di respiro. Abbiamo fatto una nuova associazione perché quella che avevamo era un po’ confusa. Stiamo diventando adulti. Dovete anche avere pazienza. Stiamo diventando adulti. Stiamo passando la fase da bambino e stiamo diventando adulti con una nuova società di cui io sono ancora il garante. Una nuova società che dà la possibilità adesso di farle parlamentarie e quindi selezionare le persone in modo più limpido, trasparente e regolare senza avere processi, contro processi. Mi sembra un fatto interessante.
Un altro fatto che vedrete tra qualche giorno è il cambiamento proprio di fisionomia del blog beppegrillo.it. Perché, mentre il blog delle stelle si occuperà sempre di politica locale e internazionale, quindi dei nostri parlamentari e dei nostri portatori di beneficio alla nazione, i nostri portavoce, il blog beppegrillo, ossia io, andrò a un po’ in giro per il mondo con video, conferenze. Sono andato a vedere un po’ di conferenze, appunto, sulle smartcity, parleremo di robotica, parleremo di intelligenza artificiale, internet delle cose. Insomma un po’ di visione.
Bisogna fare anche una progettualità per il futuro che non fa nessuno.
Qui sono tutti Pezzaioli: mettono pezze da una parte e dall'altra ma manca la visione dei prossimi 30/40 anni per i nostri figli e i nostri nipoti. Io ho 70 anni sono anziano e non mi capacito, come tutti gli anziani. Dentro ho un bambino di venti anni che mi dice tutte le mattine quando mi alzo: <>. Ce l'ho dentro. Quindi soffriamo tutti. Abbiamo questa voglia di eternità. Abbiamo questo virus dell'eternità che non vuol più morire nessuno. E coltiviamo questa agonia fino a 120 anni. Ma io non lo so se il mondo deve andare verso gli anziani quando metà mondo, oggi, ha un’età sotto i 25 anni. L'aspettativa di vita aumenta ma l'aspettativa di vita sana diminuisce, quindi andiamo nell’agonizzare la nostra vita per tanto tempo.
Io non so se sia meglio o peggio. Allora dobbiamo progettare qualcosa. Arriveranno i robot, arriverà l'intelligenza artificiale e scompariranno il 40 per cento dei lavori conosciuti. Ogni robot toglierà sei posti di lavoro. Avremo flussi di persone che attraverseranno i paesi. Abbiamo già un milione di persone nate da matrimoni misti di coppie formatesi durante l’Erasmus. Il figlio di un cinese che va con il figlio di un keniota! E queste razze bellissime, con gli occhi a mandorla gialli e neri, con i capelli gialli e neri! Io non lo so che cultura sarà, ma io sono curioso e la curiosità è vita! Mi piace vedere questa trasformazione antropologica di cui siamo testimoni e non ce ne rendiamo conto.
Quindi avremo flussi di persone, di cose, di dati, di energie che dovremo contenere e controllare per l’amor di Dio! Ma è un mondo così straordinario! E vivremo di più, avremo più tempo libero.
Il lavoro, l’automazione, ci toglierà un po’ di lavoro e un giorno potrà servire a qualcosa la tecnologia. A scorporarci il corpo, appunto, dal lavoro. Oggi assistiamo a un fenomeno che è sotto gli occhi di tutti e sembra che non lo veda a nessuno. Una volta i più ricchi del mondo, le società più ricche del mondo, erano società che gestivano il petrolio, le automobili sempre dipendenti dal petrolio, energia. Oggi sono società di comunicazione che non hanno neanche dei dipendenti. Sono Facebook, Amazon, Apple.
Non hanno neanche i dipendenti perché i dipendenti siamo noi. Cioè se Google vale 500 miliardi è perché i 500 miliardi siamo noi, quei 500 miliardi di piccole guardate, occhiate, informazioni. Google non da informazioni! Il valore di Google è prendere le informazioni. Noi abbiamo avuto una rivoluzione dal 96 a oggi di questo oggetto che non è un iPhone. Questo è il trucco della semantica! Questo non è un telefono. Questo è un computer, è il mondo che sta in mano! E la rivoluzione non è tecnologica ma è antropologica. Oggi non sta più neanche nella tasca, ma sta nelle mani.
Non mi ricordo mai come si chiama, ma c'era un filosofo ateniese straordinario che si chiamava Anassagora…, Anassagorà. Anassagora erano un filoso che aveva scoperto delle cose strepitose. Anassagora, Anassagorà… non lo so come si pronunci. Voglio fare il colto ma ho queste zone d'ombra della mia memoria che mi colpiscono a macchia di leopardo. Ricordo cose che non mi interessano e le cose che dovrei dire in diretta me le dimentico. Comunque lui scoprì che i pianeti erano di roccia. Scoprì che Giove e i pianeti erano fatti di rocce. Il Sole era fatto di materia incandescente. Scoprì le cellule. Scoprì che la vita, gli esseri e gli animali dipendevano da questo movimento di piccole cose che non vedevamo che erano le cellule.
Fu mandato via perché gli astri erano divinità, non rocce. E lui disse che l'uomo è intelligente perché ha la mano. Ha la mano! Anassagora nel 460 avanti Cristo disse che l’uomo è intelligente perché ha la mano! E la metà, un terzo del nostro cervello riguarda questo arto qui che non è riproducibile neanche dal robot più sofisticato e prende, lascia, strozza, rende, fa delle cose, se le fa…stringe. Quindi una cosa strepitosa! Allora questa è una riforma antropologica.
La grande idea di questo figlio di immigrati siriani che era Jobs furono le “i”.
La più grande invenzione non fu il l’iPhone, ma furono le iMac, che non sa nessuno. “I” che voleva dire Internet, voleva dire Individuo voleva dire Istruzione, voleva dire Informazione, Ispirazione. La “i” è la grande invenzione di Jobs. E allora noi nasciamo come movimento. Oggi sono tutti collegati tutti in rete ma non c'è un'azienda come Amazon, come questa, che nasce e prolifera e vive e guadagna in rete. In Italia non c’è un’azienda come questa.
La rete non è una cosa ma è oltre: è una meta cosa. Come il linguaggio a volte è metafisico, la fisica e la meta-fisica. L’esperanto che è una lingua meta-lingua. Il Movimento è un meta-Movimento. Noi siamo nati prosperiamo, viviamo, nasciamo, invecchiamo, forse moriremo… non lo so! Ma stiamo ispezionando. Con questa mano teniamo in mano questo oggetto che è il mondo, il mondo ci guarda, noi guardiamo al mondo ed esploriamo con questa roba qui (il cellulare) un mondo sconosciuto. Sbagliamo anche per voi che non fate un cazzo dalla mattina alla sera. Sbagliamo! Per l'amor di Dio! Lo sbaglio è nel DNA del nostro movimento e impariamo dagli sbagli. Andiamo avanti come quelli che cercano l'acqua, i rabdomanti: siamo i rabdomanti col cellulare in mano!
E guardiamo con questo computerino guardiamo il mondo attraverso il mondo.
E’ incredibile non sappiamo esattamente dove andremo ma qualcosa bisognerà fare. Organizzare una società che avrà milioni di disoccupati; organizzare il lavoro; organizzare l'istruzione, la scuola. Laddove c'è istruzione, scuola, università calano i delinquenti, la gente si sposa di più, le persone vanno di più a votare.
Certo dobbiamo avere almeno un accesso alla conoscenza libero e gratuito. Libero e gratuito significa dalla nascita. Significa che quando nasci ti devono dare un'email perché devi avere l'accesso libero e gratuito alla conoscenza per tutti, non solo per i privilegiati che possono mettersi il fastweb una linea veloce in casa, ma per tutti!
Allora dobbiamo avere un reddito. Noi andiamo avanti con il Reddito di cittadinanza che viene copiato miseramente ma benissimo, che ci copino! Quando vieni copiato vuol dire che l'originale è meglio. Tenetelo presente per tutte le cose (guardate la settimana enigmistica).
Quindi abbiamo un sacco di cose da completare da progettare: lavori che arriveranno, robotica…
E poi dobbiamo stare attenti perché abbiamo una velocità con cui competere che non è la nostra.
Se vi ricordate il 6 di maggio del 2010 ci fu il pericolo che è tutta l'economia, tutta la finanza del mondo si bloccasse per due algoritmi erano andati in conflitto. Ci sono algoritmi che in una frazione, in un nanosecondo speculano un pochino lì, un pochino lì e migliaia di algoritmi fanno i soldi tutti i giorni. Due algoritmi erano entrati in conflitto e si stava bloccando il risparmio non solo di gente e di persone, ma un risparmio di una popolazione o magari di un continente, chi lo sa?, di una nazione non lo so. E è stato evitato il disastro finanziario da un bancario scarsissimo in 5 secondi, e bastava che ritardasse 5 secondi e sarebbe scoppiato questo casino, questa bolla incredibile. Salvò la finanza nel 2010 e bastava un secondo in più.
Quindi abbiamo questa velocità della luce che ci attornia, ci vende, ci compra, ci vende, ci compra e noi siamo ignari. Abbiamo questa tecnologia pesante, pesante! Tetrawatt vuol dire miliardi di miliardi di watt di consumo di energia.
Un computer per farlo ci vuole una tonnellata di roba e poi 10 kg per smaltirlo. Sono cose che pesano. Non la nuvola, icloud, icloud… le cose in materiali. I bambini credo a queste cose qua. Dietro ci solo server enormi, sempre più grossi nascosti nel polo, sotto terra, sotto il ghiaccio oppure, dicono, in un sommergibile davanti a Seattle. E gestiti da chi? Gestiti da cosa? Da algoritmi che gestiscono un algoritmo che gestisce un altro algoritmo… E noi siamo lì e rischiamo di non capire più nulla. Quindi il mio il mio gesto stasera è quello di dire: << Dai! Dai! Un po’ d'ironia, un po’ di fantasia, un po’ di curiosità! Andiamo avanti!>>
Dobbiamo noi mettere le persone in condizione di avere degli strumenti per decidere della loro vita. Quindi un reddito, un giorno sarà invece che di cittadinanza sarà universale, come lo stanno facendo a Zurigo che danno 2500 franchi a tutti: i piccoli, vecchi, giovani, vecchi, ricchi, poveri, a tutti! Stanno facendo questo esperimento perché il reddito è quello che ti inserisce o ti disinserisce nella società, non è il lavoro. La gente è convinta di ad avere un posto di lavoro ma è un posto di reddito. Qualsiasi giovane accetta qualsiasi cosa che magari odia fare pur di sopravvivere e di essere inserito con un reddito. Quindi dovremo anche anticipare. Sono cose vecchie, sono cose vecchie che io ripeto da anni, ma chissà se un giorno avremo un reddito per diritto di nascita?
Sarebbe bellissimo! Sarebbe una meraviglia come stanno tentando a Zurigo come stanno facendo in Corea, come stanno facendo in Olanda, come stanno tentando in Brasile.
Allora se c'è la volontà politica, bisogna cominciare a dire a che cosa serve la politica!
Abbiamo un'offerta di smart city, di tecnologie incredibili, di sensori messi da tutte le partite. Passi per una strada di Dubai e tutti gli oggetti sono collegati e sanno dove sei e cosa fai. Vai sotto una palma c'è una foglia che ti guarda così. Non hai scampo, come ti muovi dai un’informazione.
E allora queste informazioni creano il futuro prima, sanno già il futuro prima, sanno come ti muovi. Quindi si rischia che un algoritmo ti blocchi l’energia di casa tua perché tu hai pensato solamente di andare da un concorrente a un altro.
Quindi è un mondo in cui bisogna stare molto attenti e io spero di non avervi spaventato. A noi non c'è niente che ci può spaventare dopo che abbiamo fatto cinque anni di politica in questo paese. Non c'è più niente che ci possa spaventare. Andremo avanti e se non saremo eletti questa volta allora dovremo pensare a delle elezioni per eleggere un popolo nuovo. Auguri! Vi abbraccio in una maniera strepitosa questa volta! Lo dovete sentire fisicamente.
E io ci sono! Sarò un po’ defilato, un po’ lì, ma io sono sopra perché io sono l'Elevato. BUON 2018 A TUTTI! |